“Non si puo’ rimanere indifferenti al grido d’allarme lanciato dal Vescovo di Sulmona, Monsignor Spina. La sopravvivenza dei servizi essenziali e’ strettamente legata alla crescita delle nostre citta’, soprattutto nelle aree interne. Se poi ad essere a rischio sono i punti nascita, e’ chiaro che il futuro di queste e’ ancora piu’ in pericolo”. Lo dichiara la senatrice Stefania Pezzopane.
“Nascere in zone di montagna non e’ facile, ma se vengono a mancare i servizi necessari e si aboliscono i punti nascita, riferimento essenziale per le future mamme, i rischi che si corrono, come lo spopolamento, sono ancora maggiori. Per questo motivo – aggiunge la senatrice – qualche giorno fa, insieme all’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, di cui faccio parte, abbiamo avuto un incontro con il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, per chiedere di avviare uno specifico progetto pilota nazionale sul tema ‘nascere in montagna’. Abbiamo chiesto di istituire presso il Ministero della Salute un tavolo di lavoro, insieme alle Regioni, per rivedere gli standard fissati dei 500 parti l’anno, necessari alla sopravvivenza dei punti nascita, nei comuni montani e delle zone interne, laddove vi siano oggettive condizioni di disagio territoriale, purche’ siano raggiunti gli obiettivi di qualita’ ed efficacia. L’invito rivolto al Ministero e’ quello di avviare delle scelte piu’ flessibili, piu’ ragionevoli e attente alle richieste dei cittadini. Non si possono adottare solo dei tagli lineari, prevedendo come unico criterio il numero dei parti, senza considerare i costi dei rischi correlati, se si costringe una futura madre a partorire in un ospedale lontano centinaia di chilometri. Il Sottosegretario – riferisce infine Stefania Pezzopane – si e’ mostrato aperto alle nostre richieste e spero che questo possa essere un primo passo per la riconsiderazione dei tagli”.
Foto: Manuel Romano-NurPhoto.com
Lascia un commento