Non si possono ignorare le sofferenze delle famiglie colpite dalla disoccupazione e dagli effetti della crisi economica. Non puo’ farlo la Chiesa, che per essere vicina ai poveri e ai piccoli, il cui giudizio anticipera’ quello di Dio, deve farsi povera “nelle sue stesse istituzioni, nello stile di vita dei suoi membri, per abbattere ogni muro di separazione, soprattutto dai poveri”. E non possono farlo i governi e gli imprenditori ne’ “quei pianificatori del benessere che considerano gli affetti e la generazione una variabile secondaria. Non capiscono niente!”. Il Papa ha citato in proposito il degrado delle megalopoli e la desolazione delle zone rurali, ma anche l’Italia. “La situazione dell’intero Paese e’ difficile. E’ importante che ci sia un incisivo impegno per aprire vie di speranza”, ha detto dopo aver lanciato un appello per la Whirpool di Carinaro, i cui lavoratori vivono “una grave congiuntura occupazionale” per la quale ha auspicato “una rapida ed equa soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie”.
“Una denuncia forte quella fatta oggi dal Papa, una denuncia che, ha osservato lui stesso, “irrita”. L’intera Udienza Generale e’ stata dedicata proprio al tema della poverta’ delle famiglie, “la loro prima vulnerabilita’”, ha detto. “Pensiamo – ha esordito nella sua catechesi – a tante famiglie che popolano le periferie delle megalopoli, ma anche alle zone rurali. Quanta miseria, quanto degrado! E poi, ad aggravare la situazione, in alcuni luoghi arriva anche la guerra. La guerra e’ sempre una cosa terribile. Essa inoltre colpisce specialmente le popolazioni civili, le famiglie. Davvero la guerra e’ la ‘madre di tutte le poverta”, una grande predatrice di vite, di anime, e degli affetti piu’ sacri e piu’ cari”. “Nonostante tutto questo – ha osservato Bergoglio – ci sono tante famiglie povere che con dignita’ cercano di condurre la loro vita quotidiana, spesso confidando apertamente nella benedizione di Dio. Questa lezione, pero’, non deve giustificare la nostra indifferenza, ma semmai aumentare la nostra vergogna!”. Secondo il Papa, “e’ quasi un miracolo che, anche nella poverta’, la famiglia continui a formarsi, e persino a conservare, come puo’, la speciale umanita’ dei suoi legami”. “Il fatto – ha denunciato – irrita quei pianificatori del benessere che considerano gli affetti, la generazione, i legami famigliari, come una variabile secondaria della qualita’ della vita”. Invece, “noi dovremmo inginocchiarci davanti a queste famiglie, che sono una vera scuola di umanita’ che salva le societa’ dalla barbarie”.
“Che cosa ci rimane, infatti, se cediamo al ricatto di Cesare e Mammona, della violenza e del denaro, e rinunciamo anche agli affetti famigliari?”, si e’ chiesto Papa Francesco per il quale “una nuova etica civile arrivera’ soltanto quando i responsabili della vita pubblica riorganizzeranno il legame sociale a partire dalla lotta alla spirale perversa tra famiglia e poverta’, che ci porta nel baratro”. “L’economia odierna – ha denunciato ancora – si e’ spesso specializzata nel godimento del benessere individuale, ma pratica largamente lo sfruttamento dei legami famigliari. E’ una contraddizione grave, questa! L’immenso lavoro della famiglia non e’ quotato nei bilanci, naturalmente! Infatti l’economia e la politica sono avare di riconoscimenti a tale riguardo. Eppure, la formazione interiore della persona e la circolazione sociale degli affetti hanno proprio li’ il loro pilastro. Se lo togli, viene giu’ tutto”. “Non e’ solo questione di pane. Parliamo di lavoro, istruzione, sanita’. E’ importante capire bene questo”, ha rimarcato. “Rimaniamo sempre molto commossi – ha continuato – quando vediamo le immagini di bambini denutriti e malati che ci vengono mostrate in tante parti del mondo. Nello stesso tempo, ci commuove anche molto lo sguardo sfavillante di molti bambini, privi di tutto, che stanno in scuole fatte di niente, quando mostrano con orgoglio la loro matita e il loro quaderno. E come guardano con amore il loro maestro o la loro maestra! Davvero i bambini lo sanno che l’uomo non vive di solo pane! Noi cristiani dovremmo essere sempre piu’ vicini alle famiglie che la poverta’ mette alla prova”. In effetti, “la miseria sociale colpisce la famiglia e a volte la distrugge” perche’ “la mancanza o la perdita del lavoro, o la sua forte precarieta’, incidono pesantemente sulla vita familiare, mettendo a dura prova le relazioni: tutti noi conosciamo qualcuno in difficolta’: il papa’ ha perso il lavoro, la mamma non ha lavoro, e la famiglia soffre”. E “le condizioni di vita nei quartieri piu’ disagiati, con i problemi abitativi e dei trasporti, come pure la riduzione dei servizi sociali, sanitari e scolastici, causano ulteriori difficolta’”. “A questi fattori materiali si aggiunge – ha poi concluso il Papa – il danno causato alla famiglia da pseudo-modelli, diffusi dai mass-media basati sul consumismo e il culto dell’apparire, che influenzano i ceti sociali piu’ poveri e incrementano la disgregazione dei legami familiari”
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