La sua carriera politica è già diventata ‘maggiorenne’. Ma Giorgio Zinno non è uno che si accontenta. Appena 35 anni, già diverse cariche ricoperte nel mondo della politica, sta per diventare sindaco di San Giorgio a Cremano, comune alle porte di Napoli. Il primo cittadino, che ha ricevuto il 60% delle preferenze, lunedì entrerà ufficialmente in carica.
Il nuovo sindaco della cittadina – che ha dato i natali a Massimo Troisi, del quale ricorre l’anniversario della scomparsa avvenuta il 4 giugno del 1994 – è stato eletto nel Pd ed è entrato in politica ad appena 17 anni “con la sinistra giovanile”. Negli anni successivi, tra la fondazione del Pd di San Giorgio a Cremano e l’incarico di vicesindaco nel 2007, ha affinato la sua esperienza. Tanto che nel 2012 è stato il consigliere comunale più votato in città.
Inevitabile, quindi, il passo in avanti: “Il 60% è un dato consolidato- spiega all’agenzia DIRE- In politica ci sto da quando avevo 17 anni, quando ho iniziato anche il volontariato con la Croce Rossa. La mia passione? Nasce in un modo che non saprei dire. Mi sono sentito portato a comprendere come dare un contributo alla mia comunità. Arrivato ad un certo punto, ho scelto la politica rispetto al volontariato e ho continuato su questa strada”.
Dopo i primi passi mossi da poco più che adolescente, la scelta di Zinno di proseguire. La decisione in famiglia è stata accolta con un pò di scetticismo prima di essere accettata. “Mio padre era un po’ scettico- racconta- Mio nonno era stato vicesindaco di Portici ed era morto giovane, di infarto. In un secondo momento poi, mio padre è stato d’accordo. La mia famiglia, da sempre di sinistra, mi è comunque vicina. Anche mia nonna”. Proprio lei, 99 anni e decisamente indipendente, è un vero ‘personaggio’: “È autonoma: si lava da sola, scende le scale da sola. E negli ultimi 20 anni non ha mai mancato una volta di andare a votare”. Un vero esempio, considerando il calo di presenza di cittadini alle urne: “Non è mai mancata e non lo ha fatto neanche questa volta che aveva il nipote candidato. Ha sempre votato partito liberale, ma questa volta ha votato Pd. Me lo ha detto lei. Lo spero…”.
Ma com’è la vita di un giovane primo cittadino? “Appena riesco, la sera verso le 21, mi piace andare al cinema. Anche se ultimamente mi è capitato poco. Mi manca più che altro viaggiare. L’ho sempre fatto, in Italia ma pure all’estero. Ascolto tanta musica, soprattutto quando sono in macchina. Soprattutto musica ‘vintage’, di oggi solo artisti di nicchia, come Einaudi o Bregovic. Troisi? Purtroppo sarò sindaco solo da lunedì, quindi l’anniversario della sua scomparsa sarà già trascorso. Ma per il futuro si torna con il premio Troisi e sarà alla fine di un percorso che durerà tutto l’anno e che vedrà coinvolti tanti giovani. Va creato un percorso culturale“.
Un sindaco giovane per i giovani: “Ho una mia idea. Il Comune non può dare posti di lavoro. Ma bisogna creare percorsi di formazione, creare possibilità. Siamo in una città dove passano milioni di persone che vanno verso Ercolano e Pompei. Abbiamo punti di riferimento, strumenti per tenerli anche qui. Come la Villa Bruno. Un riferimento può essere Troisi, come pure le altre ville del 1700 della zona. Ci sono tante cose che rientrano in un percorso turistico”.
Giorgio Zinno è un sindaco che punta tutto sul lavorare, sull’impegno per rendere migliore il suo territorio. Ma non solo. È il primo sindaco della Campania dichiaratamente omosessuale. Ma per lui conta poco, non ha mai voluto usare questa sua “normalità” come “un modo di farmi pubblicità. Della mia omosessualità sanno in famiglia, lo sanno gli amici. Per 8 anni sono stato vicepresidente e a tutti gli eventi sono andato assieme al mio compagno, con cui sono fidanzato proprio da 8 anni. Ma non mi sono mai fatto pubblicità per questo”. La sua, prosegue, “è una condizione normale. La mia omosessualità è la mia condizione di vita da sempre. Chi avesse problemi a dirlo, avrebbe, appunto, un problema suo. Io vivo la mia vita senza nascondermi, chi mi conosce, conosce anche cosa posso dare, chi sono. Ma se conoscere la mia normalità può dare forza a qualcuno, sono contento così”.
Adriano Gasperetti – Dire
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