“Le scrivo per manifestare le preoccupazioni di un intero comparto industriale nazionale che oggi conta 27.000 addetti direttamente impegnati nel nostro Paese che è esportatore di tecnologia e componentistica nel mondo. La bozza del nuovo Decreto, già in forte ritardo rispetto alla data prevista del 31.12.2014 per l’emanazione, risulta essere contraddittoria e lesiva degli interessi del Paese anche rispetto agli obiettivi assunti al 2020 e quelli in fase di definizione al 2030. Il testo propone infatti importanti tagli agli incentivi per l’eolico, che ne ridimensionano consistentemente le prospettive di crescita e sviluppo, contrariamente, per altro, a quanto preannunciato per il Green Act, che dovrebbe puntare a rilanciare le politiche ambientali”. E questo uno dei passaggi chiave di una lettera a firma del presidente di Anev, Associazione nazionale energia del vento, Simone Togni indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi e relativa alla bozza di Decreto che fissa i nuovi incentivi per le fonti elettriche rinnovabili non fotovoltaiche per il periodo 2016/2020.
Togni, in vista della Giornata mondiale del vento che si terrà a Roma l’11 giugno, cita il caso dell’Arabia Saudita uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo: “Anche al di fuori dell’Europa, Paesi che hanno fondato le loro economie sul petrolio stanno investendo in maniera massiccia sulle rinnovabili. Emblematico è il caso dell’Arabia Saudita, dove il Ministro del petrolio Ali al Naimi ha annunciato che entro mezzo secolo il Regno ‘diventerà potenza globale nell’energia solare ed eolica’”.
Non è il momento di frenare la crescita dell’eolico in Italia, il presidente di Anev si rifà alla maturità tecnologica dell’eolico italiano e al risparmio dei futuri incentivi: “Qualora il Decreto venisse approvato nella versione trasmessa alla Conferenza Unificata Stato Regioni, si metterebbe fine alla parola eolico in Italia, con conseguenze gravissime sull’industria, sull’economia, sul lavoro, nonché sulle generazioni future- scrive il presidente di Anev Simone Togni al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi- per questo motivo chiediamo un Suo intervento diretto e immediato per salvare il settore e per prestare fede a quanto promesso dal Governo, sin dall’inizio della legislatura, in tema di Green economy”.
L’auspicio è che “il Green Act non diventi un Black Act e che si dia sostegno alle energie pulite come l’eolico che oggi ha raggiunto una maturità tecnologica avanzatissima e un costo di produzione molto vicino alla grid parity- conclude Togni- basti pensare che ogni anno cessano incentivi all’eolico per oltre 100 milioni fino al 2020, e di questi, i nuovi meccanismi di incentivazione ne occuperebbero meno di un terzo con il risultato che il comparto industriale nazionale del vento continuerebbe a crescere e la bolletta degli italiani continuerebbe a scendere”.
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