A poco più di un mese dalla prima, storica promozione in serie B, il Teramo Calcio rischia di veder svanire il sogno di giocare nella categoria cadetta la prossima stagione. A mettere a repentaglio la promozione conquistata sul campo dalla società del Presidente Campitelli, è lo scandalo calcioscommesse emerso in queste settimane ed abbattutosi su numerose società di Lega Pro e Serie D. Secondo quanto emerge dalle carte infatti, la magistratura starebbe indagando su due partite vinte dal Teramo, che potrebbero essere state comprate dalla società biancorossa, per ottenere i punti necessari a compiere il salto di categoria.
Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti ci sarebbero in particolare la partita del 2 maggio contro il Savona, vinta 2-0 dai teramani, e la trasferta contro la Carrarese dell’8 marzo, che vide i biancorossi prevalere per 5-1, dopo l’iniziale svantaggio. Questo secondo incontro sarebbe stato “notato” dagli inquirenti, perché pochi giorni dopo la partita, il portiere toscano, Alex Calderoni, rescisse il proprio contratto, sottoscritto appena due mesi prima. Una circostanza giudicata singolare, che potrebbe segnalare strani movimenti intorno al match.
Un’eventuale conferma delle indiscrezioni e magari una condanna per la società teramana potrebbe portare a conseguenze tragiche per la squadra, che rischierebbe addirittura la retrocessione in serie D, come accaduto al Genoa nella stagione 2004-2005. La società del presidente Preziosi, che aveva conquistato sul campo la promozione in serie A, fu retrocessa in serie C (quindi una categoria inferiore a quella nella quale aveva giocato nella stagione precedente), per la condanna relativa al provato “aggiustamento” del match contro il Venezia, che, di fatto, regalò al club più antico d’Italia, il passaggio nella massima serie.
A paventare la possibilità, in un’intervista rilasciata al Messaggero, è Tommaso Marchese, avvocato pescarese, esperto di diritto dello sport. “L’articolo 18 del codice di giustizia sportiva prevede diverse sanzioni. Anche quella della semplice penalizzazione, pur rimanendo nella categoria conquistata. In questo caso però la giurisprudenza dice altro. La gara del 2 maggio era rilevante. Se il Teramo avesse pareggiato, l’Ascoli avrebbe avuto ancora delle chances. In questi casi non si sceglie la penalizzazione e c’è un precedente, quello del Genoa. Il presidente Preziosi fu squalificato per cinque anni perché fu accertata la combine con il Venezia. Gli inquirenti avevano in mano delle intercettazioni e la società fu retrocessa all’ultimo posto nel campionato di competenza”.
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