Nei giorni scorsi sono circolate alcune indiscrezioni di stampa su un’ipotesi di commissariamento della gestione del Giubileo 2015 di Roma, proclamato da Papa Francesco, sulla scia della recente inchiesta su Mafia Capitale, che ha scoperchiato il calderone della gestione poco limpida degli affari nella Capitale. Tuttavia, per il momento, gli insistenti rumors non trovano conferme governative, tanto che il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha commentato parlando di decisione definitiva non ancora preso dall’esecutivo italiano. “Non sono state prese ancora decisioni”, ha detto a margine della conferenza Italia-America Latina e Caraibi.
“E’ evidente l’infiltrazione nell’attuale gestione del Comune di Roma da parte delle organizzazioni criminali al centro dell’inchiesta mafia capitale”, dichiara invece Maurizio Gasparri (FI) secondo il quale “Il semi commissariamento riguardante il Giubileo è una soluzione salomonica inaccettabile. Serve un immediato commissariamento del Comune di Roma in mancanza del quale coloro che dovessero rimanere a guardare dovranno essere denunciati per una evidente omissione”.
Per Gasparri, infatti, “Non basta aver rimosso qualche assessore o qualche capogruppo. Basta leggere quello che pubblicano i giornali. Buzzi era il regista di riunioni e iniziative di assessori, capigruppo ed esponenti del PD e delle varie sinistre per mantenere in carica questo o quel gestore di aziende pubbliche con i quali la cooperativa rossa 29 Giugno intratteneva loschi rapporti. C’è stata quindi, sia nelle elezioni che hanno portato all’attuale composizione del consiglio comunale, sia nelle attività successive guidate da Ignazio Marino, una costante presenza delle organizzazioni criminali al centro dell’inchiesta”. “Con i soldi, con le preferenze, con prestazioni illegali di varia natura – prosegue Gasparri – hanno influito sulla composizione del consiglio comunale. Con l’attività successiva, che si è spinta fino alle stanze del sindaco, hanno proseguito un’azione illegale avviata da anni e condotta in qualsiasi fase della vita capitolina. È incredibile che si usino degli ex magistrati come Sabella per dire che verranno denunciati quelli che dicono la verità. Questo tentativo penoso e vile di intimidazione non potrà prevalere. Anzi, dovrebbe essere il Consiglio Superiore della Magistratura a richiamare chi si presta a queste operazioni ai proprio doveri. Siamo noi che denunceremo gli intimidatori che come Sabella vanno in giro a fare gli avvocati difensori di Marino. Come del resto Cantone usa l’Autorità anticorruzione per fare valutazioni altamente opinabili, in base al principio che la legge si applica ai nemici e si interpreta per gli amici. Ci sono responsabilità diffuse in tutti i settori politici ma la sinistra e’ immersa fino al collo in questa drammatica vicenda romana”, conclude.
Lascia un commento