Una notte tra gli scogli e la stazione ferroviaria, contro il blocco della frontiera francese a Ventimiglia. Hanno scelto questa forma di protesta, alcune decine di migranti, di nazionalità soprattutto eritrea e senegalese, per alzare la loro voce contro la decisione della Francia, di chiudere il passaggio al confine dell’Italia. Una decisione, quella del governo transalpino, che, a dispetto delle smentite, assomiglia molto ad una sospensione arbitraria degli accordi di Schengen, grazie ai quali, dal 1° gennaio 1993, è possibile, per i migranti sbarcati in Italia, attraversare i confini di Svizzera, Austria, Francia e Slovenia, per spostarsi poi nei paesi scandinavi ed in Germania. Dopo il vertice del g7 svoltosi in Baviera la scorsa settimana però, i controlli alle frontiere sono stati enormemente rafforzati ed il blocco di Ventimiglia, sembra essere solo l’ultima mossa francese nella messa in atto della strategia protezionistica susseguita all’incontro tra le sette potenze mondiali.
La Francia nega fermamente di aver sospeso Schengen, ma nel frattempo, al grido di “indietro non torniamo”, le centinaia di migranti assiepati al confine con la Liguria, chiedono il via libera per raggiungere, attraverso il territorio francese, parenti ed amici, già stabiliti in Nord Europa. Un gruppo di questi migranti, ha impugnato uno striscione su cui è scritto, in francese: “urgenza umanitaria, chiediamo una risposta politica dall’Europa”. Questa mattina il personale della Croce Rossa ha portato loro del cibo, rifiutato dai profughi che proseguono lo sciopero della fame. Sul posto sono presenti carabinieri che presidiano la zona della scogliera. La situazione è sotto controllo. Per i migranti, un’ottantina in tutto, che, invece, hanno trascorso la notte nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Ventimiglia, Trenitalia ha messo a disposizione del Comune una sala d’aspetto dove poterli sistemare. Tra loro anche donne e bambini.
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