Ieri, nel giorno in cui si sarebbe festeggiato il novantacinquesimo compleanno di Alberto Sordi, la sua villa di Caracalla è stata aperta per la prima volta alla stampa, con l’annuncio che diventerà presto un museo, dedicato alla vita e ai film del grande attore romano.
A presentare il progetto sono stati il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, e l’attore e regista Carlo Verdone, presidente della Fondazione Alberto Sordi per i giovani, che fu creata dallo stesso Sordi nel 2001, due anni prima di morire, con lo scopo di facilitare l’ingresso nel lavoro di giovani talenti in difficoltà economiche. “Questa villa è un luogo misterioso che custodisce il mondo mitologico di Sordi, renderlo disponibile è una grande opportunità per tutti gli italiani”, ha detto Franceschini. I visitatori potranno quindi entrare nell’abitazione di piazzale Numa Pompilio, che “Albertone” teneva “come una fortezza”, ha spiegato Verdone, e ammirare i suoi quadri d’autore – tra cui tre De Chirico, ora in prestito alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna -, le lettere e i cimeli dell’artista, così come i saloni affacciati su Caracalla, lo studio colmo di premi, la barberia piena di specchi, la sala teatro dove Sordi andava con Federico Fellini e Giulietta Masina. La data della trasformazione in museo non è ancora certa: forse due o tre anni, ma quel che è sicuro è che sarà un museo interattivo, con un percorso multimediale, “per tenere viva l’immagine dell’attore”, come stabilito dalla Fondazione istituita dalla sorella Aurelia nel 2011.
I primi passi per la trasformazione della casa in un museo sono stati compiuti grazie alla sollecitudine del ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Oltre ad iniziare immediatamente le procedure per dichiarare di interesse storico-artistico la villa e l’archivio di Alberto Sordi, le soprintendenze hanno effettuato una catalogazione dei beni mobili che vi sono contenuti e che diverranno anch’essi di interesse storico-artistico. Proprio con tale finalità, il primo atto della Fondazione Museo è stato il conferimento in deposito alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di tre tele di De Chirico, acquistate da Sordi direttamente dall’artista e ora esposte al pubblico. Il progetto attualmente allo studio della Fondazione Museo è lontano dall’idea di museo tradizionale. La volontà è di dar vita a un luogo che non sia semplicemente un’esposizione di ricordi, cimeli, foto che possa far pensare al passato, ma piuttosto un luogo “vivo”, che sia in grado di trasmettere la sensazione di un Sordi che fa e che farà ancora parte della vita dei romani e di tutti gli italiani. Un importante lavoro, in questa prima fase progettuale, si sta compiendo con la collaborazione della Cineteca Nazionale per la catalogazione e digitalizzazione dell’immenso archivio di Alberto Sordi. La sorella Aurelia, già nel 2011, aveva iniziato a trasferire in deposito alla Cineteca parte dell’archivio composto da migliaia di “rulli-pellicole” che comprendono non solo i suoi 200 film ma anche filmati unici quali sopralluoghi, backstage, trasmissioni televisive nonché registrazioni radiofoniche. Ma l’archivio personale di Sordi comprende una ancor più ingente quantità di materiale, tra i quali articoli di stampa italiana ed internazionale, oggetti e migliaia di fotografie riguardanti non solo la sua carriera ma tutto il cinema italiano dagli anni ’50 sino al 2000.
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