Torna l’incubo razzismo negli Stati Uniti. A Charleston, in South Carolina, un uomo, secondo le prime ricostruzioni un bianco di 21 anni, attualmente ricercato dalla polizia, è entrato in una chiesa, aprendo il fuoco contro i fedeli e uccidendo nove membri della comunità afroamericana, che è solita frequentare la Chiesa Episcopale Metodista African Emanuel. Una congregazione nera che si definisce, sul proprio sito, come una delle più grandi a sud di Baltimora. Al momento dell’irruzione dell’uomo, avvenuta intorno alle 21.00 di ieri, un gruppo di preghiera si stava riunendo per uno dei classici incontri dedicati alla lettura della bibbia.
“Otto persone sono morte nella chiesa. Altre due sono state trasportate in ospedale, dove una delle due è deceduta”, ha spiegato ai giornalisti il capo della polizia Chief Gregory, per il quale la sparatoria è “un crimine d’odio razziale”. Charleston era già balzata agli onori della cronaca lo scorso aprile, per essere stata il teatro dell’uccisione di un giovane nero, Walter Scott, da parte di un agente di Polizia, incriminato per aver aperto il fuoco contro il ragazzo, sebbene questo fosse in quel momento di spalle. E proprio uno dei simboli della veglia che ha fatto seguito alla morte di Scott, il reverendo Pinckney, senatore democratico della Carolina del Sud, sarebbe tra le vittime della follia del 21enne presunto killer. Insieme a lui, riferisce il reverendo Al Sharpton sul suo profilo Twitter, sarebbe rimasto ucciso anche il pastore della chiesa. Il caso ha voluto che nella giornata di ieri, a Charleston, fosse presente anche Hillary Clinton, che ha parlato di “notizia terribile” sul suo profilo Twitter. Solidarietà alle vittime anche dal candidato repubblicano alla presidenza Jeb Bush, che ha annullato tutti gli appuntamenti sulla sua agenda nella giornata di oggi.
Lascia un commento