Riparte Appennino parco d’Europa (Ape) con una visione essenzialmente in chiave turistica. E’ il messaggio che arriva dal monastero di Santo Spirito ad Ocre dove amministratori delle regioni dell’Appennino centrale si sono riuniti, insieme con il ministro dei Beni culturali e Turismo Dario Franceschini, per parlare del futuro dei territori che si affacciano sulla catena montuosa. Il nuovo Ape riparte, neanche a farlo apposta, da Expo. Anzi l’esposizione universale di Milano è l’occasione che le regioni hanno scelto per il rilancio del progetto. Una scelta che Giovanni Lolli (vice presidente della Regione Abruzzo che ha anche la delega allo Sviluppo economico) in qualità di coordinatore nazionale degli assessori al Turismo, ha voluto condividere con le altre regioni in sede di Conferenza delle Regioni, proprio perché le Regioni con Ape hanno voluto costruire un percorso di avvicinamento ad Expo che rappresentasse le esigenze dei territori. “Siamo pronti a mettere sul tavolo progetti esecutivi con finanziamenti veri”, ha esordito Giovanni Lolli. “Il brand di Ape sarà il made in Italy – ha aggiunto – cioè la promozione di patrimonio di storia e architettura dislocati sul territorio. E’ l’insieme dell’offerta di tutte le regioni centrali d’Italia, ma dobbiamo avere la forza di presentare modelli turistici adeguati ad una domanda in continuo cambiamento”.
L’Appennino, secondo Lolli e le Regioni, può rispondere a questa nuova esigenza se mette sul campo un modello di sviluppo turistico che “nasca dal basso e che coinvolga direttamente i territori. Un modello – ha insistito il vicepresidente – pubblico privato, in grado di mettere insieme gli operatori turistici privati e le istituzioni sul territorio”. Su questo punto, il ministro Franceschini ha parlato di scelte strategiche da parte del Governo in materia turistica, “con una possibilità di sviluppo di un settore in crescita. “I numeri del turismo italiano sono destinati a crescere – ha detto il ministro – noi dobbiamo avere la forza e la capacità di mettere sul mercato offerte alternative, in modo da dirottare su altri territori i flussi turistici che ora invece si concentrano su poche città”. L’Appennino potrebbe essere dunque l’alternativa che il mercato italiano sta cercando per diversificare l’offerta. Una visione salutata con favore anche dalle altre regioni presenti all’appuntamento di Ocre: Lazio e Molise sono pronte ad un nuovo patto interregionale su Ape e la linea politica è pronta per essere sposata anche da Emilia Romagna, Umbria, Toscana e Calabria.
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