“Se piangi amore, io piango con te…perchè sono parte di te”. Bobby Solo, con ‘Se piangi, se ridi’, trionfava così al quindicesimo Festival di Sanremo, per la terza volta di fila presentato da Mike Bongiorno. Quella fu l’edizione che regalò, anche all’estero, un successo di vendite come ‘Io che non vivo (senza te)’ di Pino Donaggio.
Ma il 1965, in Italia ed in larga parte del mondo, fu un anno caratterizzato da tanti eventi, da tanti avvenimenti che in un modo o nell’altro hanno fatto la storia. Il 21 febbraio fu ucciso Malcolm X; a gennaio era natal’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp); erano iniziati i primi bombardamenti americani in Vietnam; il ministro della Difesa è Giulio Andreotti; il 5 aprile Vittorio De Sica vinse l’Oscar per il film ‘Ieri, oggi e domani’ mentre il 16 luglio i presidenti Giuseppe Saragat e Charles De Gaulle inaugurarono il Traforo del Monte Bianco.
Però il 1965 è anche l’anno dei Beatles in Italia. Un evento. Il 24 giugno saranno passati esattamente 50 anni. E quella data sarà ricordata in questi giorni con numerose iniziative in tutta Italia, anche all’Expo.
In tutto furono 8 concerti in 5 giorni: dal 24 – era un giovedì – al lunedì 28. A supporto, ad aprire i concerti italiani dei ‘Fab Four’ toccò ad artisti come Le Ombre, Guidone e gli Amici, i New Dada e soprattutto Peppino di Capri.
Famoso il manifesto sui muri di Milano che annunciavano al velodromo Vigorelli ‘The Beatles con Peppino di Capri’. Serviva una sorta di contrappeso: i Beatles erano già lo storico gruppo di Liverpool, il successo internazionale era ormai cosa certa, ma in Italia non c’era troppa fiducia e si preferì accostare alla band un nome certo, una garanzia. Sicché gli organizziatori ritennero che il cantante napoletano fosse l’artista giusto. Paul McCartney, George Harrison, John Lennon e Ringo Starr regalarono ai fans una dozzina di brani a esibizione, da Twist and shout a Can’t buy me love, da A Hard Day’s Night a Ticket to ride, in doppi concerti ogni giorno.
Il minitour della band si aprì il 24 giugno con i due concerti al Vigorelli di Milano, circa 22mila posti a sedere. Il primo iniziò alle 16.30 e richiamò 7mila spettatori. Il secondo, alle 21.30, ne portò circa 20mila. Più ‘difficile’ la tappa genovese del giorno dopo. Concerto al Palasport, 25mila posti. Risultato: il concerto del pomeriggio, intorno alle 16.30, fu un vero e proprio flop con poche migliaia di spettatori, circa 3.500 persone. Andò meglio alle 21.30: al Palasport di spettatori ne arrivarono 15mila. Infine, Roma. I Beatles si esibirono per ben 4 volte con 2 concerti al giorno, agli stessi orari. Anche qui l’accoglienza non fu il massimo. Al teatro Adriano, che conteneva 3mila persone, alle prime uscite c’erano grossi vuoti, forse a causa del costo dei biglietti, dalle 4mila lire in su per il pomeriggio, dalle 5mila per lo spettacolo serale. Gli organizzatori corsero ai ripari riducendo il costo (dalle 7mila lire alle 2mila) e i risultati, tutto sommato, si videro.
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