Continua l’estate giudiziaria rovente del calcio italiano. Dopo l’inchiesta “dirty soccer”, che ha scoperchiato il calderone sul mondo sommerso del calcioscommesse, che coinvolge numerosissime società, dirigenti e presidenti di Lega Pro e Serie D, tra i quali anche il direttore sportivo dell’Aquila Calcio Ercole Di Nicola, e la presunta compravendita di partite, perpetrata alla fine dello scorso campionato dal Teramo Calcio per ottenere la promozione, questa mattina il mondo del pallone tricolore è stato svegliato ancora una volta dal tintinnio sinistro delle manette. Gli agenti della Digos infatti, hanno eseguito sette provvedimenti di custodia cautelare, nei confronti di altrettanti dirigenti del Catania Calcio, accusati di aver anche loro comprato delle partite per assicurare al club etneo la permanenza in serie b, messa in discussione a metà dello scorso campionato, dagli scarsi risultati della squadra, ben al di sotto delle potenzialità della formazione rossoblù, la quale, a inizio campionato, era accreditata come una delle potenziali candidate alla promozione. In particolare, sarebbero cinque le partite finite sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti.
Gli arrestati più altisonanti sono il Presidente del club, Antonio Pulvirenti, l’amministratore delegato Pablo Cosentino, e il direttore sportivo Daniele Delli Carri, ex giocatore del Pescara ai tempi di Zeman. Gli altri quattro arrestati sono agenti di scommesse sportive e procuratori sportivi: Giovanni Impellizzeri, Piero Di Luzio, Fabrizio Milozzi e Fernando Arbotti. I reati ipotizzati dai titolari dell’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Catania e denominata “i treni del gol”, variano da frode in competizione sportiva a truffa. Perquisizioni sono state eseguite dalla polizia a Roma, Chieti, Campobasso e Catania.
“La prima reazione è sicuramente un grande dolore”, ha commentato a caldo il Presidente della lega di Serie B, Andrea Abodi. “Perché lavoriamo ogni giorno per rendere comunque credibile e per aumentare la reputazione del nostro contesto, quindi questa è una notizia che ci lascia sgomenti. “Bisogna reagire immediatamente e continuare il nostro lavoro, l’impegno verrà ulteriormente moltiplicato. Mi auguro che le cose vengano chiarite, che si sappia la verità il prima possibile e che comunque, di fronte a certi fenomeni, la risposta in caso di conferma sia dura, e faccia capire che il nostro mondo non è disposto ad accettare nessun tipo di accomodamento o accordo che mortifichi il campo e il valore sportivo di una competizione”.
Luca Marrelli
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