I loro stipendi sono bloccati ormai dal lontano 2011, ma i dipendenti pubblici sono più ricchi rispetto ai privati. In particolare, i cosiddetti “statali” portano a casa, nel corso dell’anno, mediamente quasi 2 mila euro in più rispetto ai loro corrispettivi privati. È quanto afferma l’Ufficio Studi della Cgia, che ha operato il paragone mettendo sui piatti della bilancia le retribuzioni medie lorde dei dipendenti, pubblici da una parte, e privati dall’altra. In media, i primi hanno ricevuto in cambio della loro opera 34.286 euro lordi, contro i 32.315 dei dipendenti privati.
Durante gli ultimi venti anni, dal 1995 al 2014, gli stipendi dei dipendenti, hanno universalmente fatto registrare un aumento di circa il 70%, anche se per i dipendenti pubblici questo è stato concentrato tutto tra il 1995 ed il 2010, mentre per i privati, negli ultimi cinque anni, c’è stato un aumento di circa il 12% delle retribuzioni.
“Pur avendo contribuito a ridurre la spesa – dichiara il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – il blocco degli stipendi adottato in questi anni ha penalizzato soprattutto le soglie retributive più basse. Negli ultimi 20 anni, infatti, queste ultime sono cresciute molto meno dei livelli retributivi medio alti, senza che ciò abbia avuto degli effetti positivi sulla produttivià’ e sull’ efficienza dei dirigenti e degli alti funzionari pubblici”.
Nel pubblico le retribuzioni più ricche sono pagate tra gli enti previdenziali (Inps ed Inail): nel 2014 il dato medio lordo è stato pari a 44.199 euro. Di seguito troviamo i dipendenti delle Amministrazioni locali (Comuni, Province e Regioni), con 35.651 euro e gli statali (occupati nelle Amministrazioni centrali) che ricevono mediamente 33.003 euro lordi all’anno. Pur essendo misurati in Ula (Unità di lavoro), nel 2014 il settore privato preso in esame è risultato essere 3 volte più numeroso di quello pubblico. Se nelle aziende a conduzione privata trovano lavoro 9.484.000 occupati, nel pubblico gli “stipendiati” sono 3.334.000: questi ultimi sono in calo del 6,1 per cento rispetto al 1995.
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