Mentre il parlamento italiano è arrivato ormai alle ultime battute, prima della definitiva approvazione ed introduzione nel codice penale del cosiddetto omicidio stradale, gli ultimi dati dimostrano che le misure repressive più aspre già messe in atto, unite alla capillare campagna di sensibilizzazione governativa, attraverso la diffusione di spot e altre forme di “Pubblicità Progresso”, sembrano aver già raccolto importanti risultati nella riduzione del tasso di mortalità legato a incidenti stradali.
Secondo il focus diffuso oggi dall’Istat, sulla mobilità urbana, relativo all’anno 2013, i tassi di mortalità in incidente stradale sono più bassi rispetto alla rilevazione del 2011. Si è passati infatti da 5,7 a 4,8 morti su 100 mila abitanti, nei capoluoghi di provincia, e da 6,5 a 5,5 morti ogni 100 mila abitanti in tutto il territorio italiano. Per quanto riguarda la mortalità suddivisa a seconda dei veicoli, si registra che 1,6 morti ogni 100 mila abitanti perdono la vita a causa di un incidente automobilistico, mentre sulle moto muoiono 1,3 persone ogni 100 mila e sulle biciclette 0,3.
I tassi di mortalita’ in incidente stradale sono piu’ bassi che nel 2011 (da 5,7 a 4,8 morti per 100 mila abitanti nei capoluoghi di provincia, da 6,5 a 5,6 in tutta Italia). Scomponendo per categoria di veicolo, e considerando i soli conducenti e passeggeri, il tasso di mortalita’ e’ di 1,6 per le auto (Italia 2,5), 1,3 per i motocicli e 0,3 per le biciclette. E’ quanto si apprende dal focus dell’Istat sulla Mobilita’ urbana relativa all’anno 2013. Tra i pedoni invece, gli incidenti stradali hanno causato, nel 2013, 1,2 morti e 68,9 feriti ogni 100 mila residenti nei comuni capoluogo. Sono valori più bassi rispetto al 2011 (1,3 morti e 73,1 feriti), ma restano molto superiori alle corrispondenti medie nazionali (0,9 morti e 35,3 feriti).
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