“L’Europa dovrebbe tornare a sognare ed essere la casa dei popoli non solo della burocrazia”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, impegnato a Courmayeur, in Valle d’Aosta, in occasione dell’inaugurazione della nuova funivia del Monte Bianco. Un evento nel quale il capo del governo si è scagliato contro quello che a suo dire è il vero nemico giurato della ripresa economica, sia a livello nazionale che europeo: la burocrazia. “Vengo da un vertice europeo”, ha continuato Renzi. “Ieri ero nel cuore burocratico dell’Europa, oggi sono sul tetto del continente. Mi piace pensare che quando sali in alto vedi più lontano e sogni più a lungo. Mi domando quando l’Europa comincerà a tornare a sognare smettendo di essere solo casa della burocrazia”.
Un messaggio metaforico, che è facile leggere come un invito rivolto agli specialisti del rigore fiscale, che in nome dell’equilibrio economico e del Prodotto Interno Lordo, potrebbero aver dimenticato quelle che erano le finalità dell’Unione Europea al momento della sua fondazione. Il premier italiano poi ha fatto anche il punto sulla situazione contabile del Belpaese, salutando con favore gli ultimi dati riguardanti il Pil, ma scagliandosi ancora contro le maglie troppo strette dei burocrati, che impediscono una reale e significativa ripresa di quelli che sono i settori nevralgici dell’economia tricolore. “Siamo contenti che il Pil sia tornato a crescere dopo 11 trimestri, che cresca dello +0,3%, ma è poco rispetto a quello di cui abbiamo bisogno” ha detto Renzi alla stampa dalla fermata intermedia della funivia. “Il vero settore nevralgico è però quello dell’edilizia, che da sola vale più della metà dei posti di lavoro persi, ma il settore non è ancora ripartito. Vedremo se facendo ripartire l’edilizia il pil fa il salto. Per il momento i dati evidenziano che ripartono tutti i settori, ma quello edilizio non riesce a tirare come vorremmo”.
Perché quel settore possa tornare ad essere la locomotiva italiana verso la ripresa, sono necessarie determinate riforme, soprattutto volte alla semplificazione delle procedure e alla riduzione della burocrazia. “In generale il sistema pubblico italiano ha ancora molto, molto, molto da fare per semplificare le procedure”, ha spiegato il Primo Ministro. “Giovedì faremo una conferenza stampa a Roma per dimostrare che se sbloccassimo, e vogliamo farlo nelle prossime settimane e mesi, i cantieri fermi semplicemente per ritardi intoppi, problemi e ricorsi, Tar contro Tar e compagnia bella, avremmo un punto percentuale di Pil in più, equivalente a più di 17 miliardi di euro rimessi nell’economia”. “Occorre oggi”, ha concluso il Premier. “Una capacità burocratica ed amministrativa molto più efficiente rispetto al passato”.
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