Bellanova(Pd): “Conciliazione e pari opportunità, conviene alle lavoratrici e alle imprese”

“Investire sul welfare aziendale, in particolare quello che fornisce strumenti per migliorare l’equilibrio vita-lavoro, si può e si deve. E dobbiamo farlo tenendo insieme l’impegno dello Stato e quello delle aziende a sperimentare percorsi, costruire reti, sviluppare progetti ed esperienze che rendano sempre più vantaggiosa l’adozione di misure di welfare aziendale. Per questo motivo destiniamo […]

“Investire sul welfare aziendale, in particolare quello che fornisce strumenti per migliorare l’equilibrio vita-lavoro, si può e si deve. E dobbiamo farlo tenendo insieme l’impegno dello Stato e quello delle aziende a sperimentare percorsi, costruire reti, sviluppare progetti ed esperienze che rendano sempre più vantaggiosa l’adozione di misure di welfare aziendale. Per questo motivo destiniamo il 10% del Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello, alla promozione della conciliazione tra lavoro e vita privata”.

Così la Sottosegretaria al Lavoro Teresa Bellanova, intervenuta oggi a Roma alla presentazione dei risultati del progetto “Modelli per la diffusione delle Pari Opportunità nelle imprese cooperative”, promosso dall’Alleanza delle Cooperative e da Cgil, Cisl e Uil.

“Rafforzare la strada della conciliazione e del welfare accoglie e risponde alle esigenze delle lavoratrici e migliora il clima aziendale, con una ricaduta effettiva sulla riduzione dell’assenteismo e sull’aumento della produttività, come dimostra l’esperienza delle cooperative, realtà produttiva dimostratasi vitale anche negli anni della crisi e dove la presenza delle donne è ampia e qualificata.

Le stesse disparità retributive tra uomini e donne sono spesso figlie non di una legislazione carente – la nostra strumentazione normativa, ancorché migliorabile, è moderna e avanzata – ma della mancanza di politiche concrete per la conciliazione. È paradossale che le donne italiane, spesso più qualificate, più flessibili, più aperte all’innovazione, restino escluse dal tessuto produttivo e professionale.

In questo caso il nostro impegno punta ad estendere i diritti e a renderli concretamente esigibili da tutte le donne, che siano lavoratrici dipendenti o autonome. Il che vuol dire rendere più facile e più conveniente (l’importo passa da 300 a 600 euro) fare ricorso al voucher per pagare servizi di baby sitting o l’asilo nido se una neo mamma decide di rientrare subito al lavoro dopo la maternità obbligatoria; significa rendere strutturali misure come la possibilità – prevista dal decreto conciliazione del Jobs act – di usufruire del congedo parentale retribuito al 30% fino a sei anni del figlio, e non più solo fino a tre, o del congedo non retribuito fino ai 12 anni, non più solo fino a 8. Vuol dire, in sostanza, dare alle imprese le flessibilità utili a crescere e alle donne strumenti adeguati a entrare – e rimanere – nel mercato del lavoro”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *