Costi della politica: in questa legislatura, Senato meno caro

Pesa meno il Senato della Repubblica sulla finanza pubblica dall’inizio della legislatura in corso, ovvero da tre anni. Il costo legato al sostentamento ed al mantenimento della seconda camera del Parlamento italiano si è ridotto di 114,5 milioni di euro. Un dato emergente dai documenti di bilancio, Rendiconto 2014 e Progetto 2015, approvati ieri dal […]

Pesa meno il Senato della Repubblica sulla finanza pubblica dall’inizio della legislatura in corso, ovvero da tre anni. Il costo legato al sostentamento ed al mantenimento della seconda camera del Parlamento italiano si è ridotto di 114,5 milioni di euro. Un dato emergente dai documenti di bilancio, Rendiconto 2014 e Progetto 2015, approvati ieri dal Consiglio di Presidenza del Senato, e presentati all’esame di quest’ultimo dai senatori questori, responsabili, secondo il regolamento, della contabilità di Palazzo Madama.

In termini percentuali, il rapporto tra bilancio interno e spesa complessiva dello Stato passa dallo 0,081% del 2008 allo 0,066% del 2014, per attestarsi infine nell’anno in corso allo 0,064%. Più in dettaglio: la “dotazione” del Senato – cioè i fondi che Palazzo Madama riceve dallo Stato per il suo funzionamento – si è ridotta dall’inizio della legislatura di 21,6 milioni all’anno, per un totale di 64,8 milioni di euro; nel 2015 saranno restituiti all’erario 11 milioni di euro per effetto di economie realizzate nel 2014 che si aggiungono ai 27,1 milioni relativi agli anni 2013 e 2014; 11,6 milioni rappresentano il gettito 2014 e 2015 derivante dal contributo di solidarietà sui trattamenti previdenziali di ex senatori ed ex dipendenti. La “spending review” di Palazzo Madama ha riguardato in questi anni tutte le principali voci di spesa. Le misure di contenimento dell’indennità parlamentare e delle competenze accessorie comportano, ad esempio, un minor onere di circa 25 milioni di euro, rispetto alla dinamica tendenziale. Per quanto riguarda i dipendenti del Senato, dall’introduzione dei cosiddetti “tetti retributivi” ci si attendono, a regime, risparmi per 36,7 milioni di euro, di cui 4,4 milioni di euro per il 2015.

Il Consiglio di Presidenza che si è riunito a Palazzo Madama ha infine approvato un taglio del 30 per cento del tetto massimo di spesa per le segreterie particolari di presidenti emeriti della Repubblica ed ex presidenti del Senato. Per questi ultimi, la disponibilità di segreteria ed uffici è stata limitata, nel febbraio 2012, ad un periodo di dieci anni a decorrere dalla cessazione della carica.

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