L’Abruzzo celebra uno dei suoi simboli: il Guerriero di Capestrano. Ottanta anni fa (1934) la casuale scoperta durante i lavori di dissodamento di un terreno agricolo in una località a nord-est di Capestrano. Poi, simbolo dell’Abruzzo e grande protagonista, nel 2000, dell’apprezzatissima mostra itinerante “I piceni popolo d’Europa”, che toccò Francoforte sul Meno, Ascoli Piceno-Teramo e giunse fino a Roma. Oggi il Guerriero di Capestrano, scultura in pietra e marmo del VI secolo a.C., raffigurante un guerriero dell’antico popolo italico dei Piceni, una delle opere più monumentali e impressionanti dell’arte italica conservata a Chieti nel Museo archeologico nazionale d’Abruzzo, rivive una sua centralità, grazie all’iniziativa “80 anni dopo Ricomunicare il Guerriero di Capestrano”.
Una mostra evento, tra fonti d’archivio e video proiezioni a cura della Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo e del Polo museale dell’Abruzzo, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e la Regione Abruzzo. La mostra, che rimarrà fruibile fino al 13 settembre, nella sede di Palazzo de Mayo a Chieti, sarà inaugurata giovedì 2 luglio con un vernissage a partire dalle ore 18.00 nel corso del quale sarà proiettato il video “La dama e il guerriero Destini incrociati”. Sono previste anche relazioni sui temi “Nuove forme di comunicazione per la valorizzazione del patrimonio archeologico” (a cura di Maria Ruggeri e Loredana D’Emilio), “Beni culturali: una nuova forma di turismo” (a cura di Giancarlo Zappacosta e Francesco Tentarelli). Per i saluti parteciperanno il presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, il soprintendente ad interim della Soprintendenza archeologica d’Abruzzo, Andrea Pessina, il direttore del Polo museale Abruzzo, Lucia Arbace, e il presidente di Fondazione Carichieti, Pasquale Di Frischia.
La mostra “80 anni dopo Ricomunicare il Guerriero di Capestrano”, espone alcune delle testimonianze documentarie più significative dell’avventuroso percorso che portò prima al fortuito rinvenimento della statua e poi alla sua consacrazione come simbolo dell’identità abruzzese. L’itinerario espositivo si muove su due piani in costante interazione tra di loro e in un continuo gioco di assonanze: quello della documentazione cartacea, che ripercorre attraverso le lettere originali i primi contatti e i difficili rapporti con le istituzioni, e quello della documentazione audiovisiva, che movimenta immagini d’epoca e testi d’archivio per rielaborare creativamente la memoria mescolandola a suggestioni contemporanee. Video proiezioni di diverse misure e caratteristiche connotano l’allestimento delle due sale, ospitando materiali eterogenei per “Ricomunicare” il Guerriero di Capestrano 80 anni dopo. Nella prima, un video mapping offre un primo contatto visivo/sonoro riproponendo una rivisitazione in chiave moderna della statua del Guerriero; nella seconda la raccolta di lettere trasformate in quadri animati racconta il passato nel linguaggio delle nuove tecnologie. Una performance recitativa in un video originale arricchisce e integra la mostra per dare al visitatore una diversa e innovativa divulgazione dell’inedito carteggio custodito nell’archivio storico della Soprintendenza.
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