Mancano circa 48 ore a quello che potrebbe essere un giorno storico per l’Unione Europea. Domenica infatti la Grecia voterà il referendum indetto dal governo di Tsipras, sull’ultima proposta di aiuti avanzata dai vertici dell’Unione al Paese ellenico. Una proposta che implica delle riforme strutturali nel Paese, per le quali il Premier e la sua coalizione hanno ritenuto di doversi consultare con il popolo per decidere se accettare o meno le condizioni. Secondo un sondaggio effettuato in questi giorni, gli elettori favorevoli all’accettazione della proposta, e quindi, di fatto, contrari al cosiddetto Grexit, sarebbero il 44,8%, mentre i favorevoli al No, si attesterebbero al 43,4%. Percentuali che denotano la presenza di circa il 12% di elettori greci ancora indecisi, che alla fine risulteranno decisivi per l’esito della consultazione. A commissionare i sondaggi è stato il quotidiano Ethnos, secondo il quale inoltre, quasi tre quarti della popolazione ellenica (74%), sarebbe comunque favorevole a rimanere nell’euro e contraria ad un ritorno alla Dracma.
Ma mentre stampa e Unione europea si interrogano su quello che sarà il futuro della Grecia e dell’Europa tutta dal punto di vista finanziario e monetario, la vita per i cittadini ellenici diventa sempre più dura. Nelle isole greche, sarebbero emersi i primi problemi, legati alla scarsità di prodotti farmaceutici e carne, dovuta all’impossibilità, per i commercianti locali, di pagare i fornitori stranieri. Problemi starebbero incontrando anche i turisti che, sfidando la crisi, hanno scelto i mari della Grecia per le loro vacanze estive. In particolare, gli operatori del turismo ellenico, temono di finire in breve tempo le scorte di cibi e bevande ed andare a penalizzare così il settore turistico, che dopo i grandi numeri fatti registrare nel 2014, già deve fare i conti con un calo delle prenotazione di circa il 30-40%. L’ennesimo colpo ad un’economia ormai in fin di vita.
Luca Marrelli
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