Il governo e le regioni hanno stanziato 680 milioni di euro complessivi per favorire il rilancio delle aree interne dell’Italia. Una strategia attuata con lo scopo di spingere il rilancio e lo sviluppo delle zone del nostro Paese attualmente lontane dai servizi di base, che hanno fatto registrare un forte calo demografico, in contemporanea con un generale invecchiamento della popolazione. Un piano che non si compone di soli interventi straordinarie, ma che vuole valorizzare le specificità delle aree interne, per arrivare a delle misure ordinarie per garantire una stabilità di ripresa alle zone interessate.
Ad illustrare il progetto del governo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De vincenti, in una conferenza stampa a palazzo Chigi. “Il governo ritiene che lo sviluppo delle aree interne è interesse nazionale, perché valorizza le peculiarità del nostro Paese”. L’obiettivo a cui punta l’esecutivo è “innescare un cambio di passo, una inversione di tendenza”, attraverso risorse – 180 milioni stanziati, di cui 90 milioni nella legge di Stabilità del 2014 e altri 90 in quella del 2015, a cui si aggiungono circa 500 milioni delle regioni attraverso anche i fondi europei – che, però, “da sole non bastano – ha sottolineato De Vincenti – servono infatti una strategia e un metodo nuovi”.
Le aree interne – quelle cioè che distano almeno 40 minuti dai centri che offrono servizi di base come scuole, sanità e mobilità – rappresentano il 30,6% del territorio nazionale, in cui vive circa il 7,6% della popolazione italiana (4,5 milioni di cittadini). Sono aree ricche di interessi culturali, agroalimentari e turistici, ma negli ultimi 15 anni hanno subito un forte calo demografico (pari all’1,4%) e un progressivo invecchiamento della popolazione. La strategia messa in atto dal governo, che prende il via coinvolgendo 57 aree interne, si prefigge di fermare ed invertire nel prossimo decennio il trend demografico negativo di queste aree, attraverso “una duplice azione: – ha sottolineato il sottosegretario De Vincenti – promozione del mercato e ripristino della cittadinanza, riequilibrando anche l’offerta dei servizi di base”. Si agirà quindi su 6 fronti, tra cui l’adozione di politiche nazionali che valorizzino la specificità delle aree interne; interventi che diventino ordinari per una ripresa stabile dei territori; uscire dalla frammentazione e favorire le associazioni dei comuni; concentrare e selezionare i progetti, sviluppare accordi di programma quadro con le comunità territoriali locali.
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