“Gli emendamenti presentati in Commissione affari costituzionali dal Partito Democratico e che si apprestano ad essere votati rappresentano uno scacco al processo democratico di ristrutturazione delle forze armate e forze di polizia.
In sostanza l’emendamento divide in due il comparto difesa e sicurezza in barba alla legge vigente più volte richiamata dal Parlamento, parti politiche e magistratura e viola il principio di equiordinazione tra le forze armate e le forze di polizia ovvero che tutti gli operatori della difesa e della sicurezza sono parificati sia per ordinamento che per retribuzione.
Se passasse tale principio si accenderebbe una guerra fraticida tra gli operatori del comparto in aggiunta a quella fredda in essere con l’attuazione del Libro Bianco della Difesa.
In queste mascherate riforme si nascondono insidie e incertezze.
Seppur riconoscendo la bontà dei propositi delle riforme volte ad ottimizzare le risorse, ci saremmo aspettati la medesima solerzia del Governo nel rinnovare i contratti del personale bloccati dal 2009 e per i quali la Corte Costituzionale ha sancito l’illegittimità del provvedimento che blocca la contrattazione economica di tutto il pubblico impiego.
Il principio di equiordinazione spesso richiamato come scusa per non risolvere ataviche problematiche provenienti dal fallimentare riordino del 1995 ora scompare lasciando tuttavia gli storici problemi irrisolti delle forze armate.
Tutto ciò avviene con il mancato coinvolgimento delle parti sociali democraticamente elette dal personale, quali appunto il Cocer Interforze, che in una fase di ristrutturazione come questa tale esclusione rappresenta un vero smacco nei confronti dei lavoratori con le stellette.
Il Partito Democratico, con questa operazione, si dimostra davvero distante dalle problematiche del personale militare e piegato a logiche ai più sconosciute”.
Lo dichiarano i Delegati del Cocer Interforze Antonsergio Belfiori, Alfio Messina, Marco Cicala, Antonello Ciavarelli e Sergio Belviso.
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