L’Italia è un paese per vecchi. È opportuno parafrasare il titolo del celebre capolavoro dei fratelli Coen, per commentare i dati emersi nel corso dell’incontro tra specialisti e istituzioni intitolato “Sana Longevità”, in corso in questi giorni. Dai dati del convegno è emerso che la popolazione italiana è mediamente la seconda più longeva al mondo, dietro soltanto ai giapponesi. In particolare, gli italiani vivono mediamente 83 anni, appena un anno in meno rispetto agli abitanti del Paese del Sol Levante.
Ma vita media a parte, il nostro sembra essere un Paese sempre più sulla via dell’invecchiamento, se pensiamo che in Italia una persona su cinque ha più di 65 anni e l’indice di vecchiaia è pari a 154, ovvero ci sono 154 anziani ogni 100 giovani. La nostra attesa di vita alla nascita è di 85 anni per le donne e 80 anni per gli uomini anche se si tratta di un gap che si sta riducendo (agli inizi del secolo la differenza era di 6,2 anni). Gli ultracentenari sono 19mila con un rapporto donne-uomini di cinque a uno.
Si parla oggi di “young old”, un fenomeno demografico che necessita di interventi sanitari, assistenziali, ma anche culturali, per ridefinire le età della vita. L’Italia detiene il primato del Paese più longevo d’Europa, gli over 65 rappresentano il 20 per cento della popolazione italiana, mentre la media europea è del 18,2 per cento, e si posiziona a livello mondiale al secondo posto dopo il Giappone, il Paese dove si vive più a lungo in assoluto. Attualmente, in Italia, su oltre 29 milioni di donne residenti, il 40,2 per cento ha un’età superiore ai 50 anni. A Verbania sul Lago Maggiore vive Emma Morano che ha 115 anni ed è la donna più vecchia d’Italia e d’Europa. Misao Okawa, la donna più vecchia del mondo, è morta in Giappone a 117 anni nell’aprile scorso.
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