Italia più vicina alla legalizzazione della cannabis? Forse. 218 parlamentari italiani, con una connotazione fortemente trasversale, hanno messo insieme un testo di legge collettivo, per arrivare all’approvazione, in tempi relativamente ristretti (si parla di questa legislatura), di una legge di legalizzazione della cannabis. La proposta proviene dall’intergruppo di Montecitorio e rappresenta un tentativo di compendio di tutte le varie proposte sul tavolo, provenienti da Pippo Civati, Roberto Giacchetti e dal cinquestelle Ferraresi.
A presentare il testo è il senatore Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Affari Esteri. Il primo punto riguarda il possesso: “I maggiorenni potranno detenere una modica quantità di cannabis per uso ricreativo, 15 grammi a casa e 5 grammi fuori casa. Divieto assoluto per i minorenni”, spiega Della Vedova. “Sarà inoltre possibile coltivare in casa fino a cinque piante e detenere il prodotto da esse ottenuto, previa una semplice comunicazione. E’ invece vietata la vendita del raccolto e la comunicazione, attraverso una modifica della legge sulla privacy, sarà trattata come richiesto dai dati sensibili”. Consentita anche la coltivazione in forma associata, attraverso enti senza fine di lucro e fino a 50 membri. Ogni Cannabis Social Club potrà così coltivare fino a 250 piante. Prevista la vendita al dettaglio in negozi dedicati, forniti di licenza dei Monopoli e previa autorizzazione. Vietata invece importazione ed esportazione.
La seconda parte del testo di legge si occupa invece dell’uso terapeutico che si può fare della cannabis. Verranno semplificate le modalità di consegna, prescrizione e dispensazione dei farmaci a base di cannabis ed sarà permessa l’autocoltivazione a fini terapeutici. “Rimangono ferme tutte le disposizioni di legge inerenti lo spaccio”, sottolinea Della Vedova, “con l’onere della prova che spetta a chi arresta e processa”. Non si potrà fumare in nessun luogo pubblico e in nessun luogo aperto al pubblico, compresi i parchi. E così per la guida: resta infatti valido il divieto di guida in stato di alterazione, con le relative sanzioni previste dal codice della strada. I proventi derivanti dalla legalizzazione, prevede infine la proposta, saranno destinati per il 5% a finanziare il Fondo nazionale per la lotta alla droga.
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