Le imprese a conduzione straniera attive in Abruzzo sono 11.755, pari al 9,2 per cento del totale delle attività regionali. Il dato colloca la regione al settimo posto della graduatoria nazionale. È quanto emerge da un approfondimento di Confartigianato Abruzzo su dati elaborati dal Centro studi dell’associazione nazionale. A livello territoriale, è la provincia di Teramo quella con il più alto numero di imprese straniere: con 3.777 attività, pari al 12,2 per cento del totale, è anche l’undicesima provincia d’Italia per incidenza di imprenditoria straniera.
Seguono Pescara (3.317 imprese, 10,7 per cento), Chieti (2.870, 7,1 per cento) e L’Aquila (1.791, 7 per cento).Nella graduatoria, prima dell’Abruzzo, ci sono Emilia Romagna (10,5 per cento), Lombardia (10,9 per cento), Friuli Venezia Giulia (11 per cento), Liguria (12,2per cento ), Lazio (12,3 per cento) e Toscana, in testa alla classifica nazionale con il 13 per cento. Chiude la graduatoria la Basilicata, con il 3,3 per cento. “I dati elaborati dal Centro studi – commenta il direttore di Confartigianato Abruzzo, Daniele Giangiulli – testimoniano come il ruolo assunto dagli imprenditori stranieri acquisisca via via una maggiore importanza: in Italia un lavoratore su dieci è straniero e in Abruzzo un’impresa su dieci è straniera. La crescita di tali imprese è dimostrazione di quanto stia cambiando il mondo produttivo abruzzese. Nel nostro territorio gli stranieri trovano non soltanto possibilità di sviluppo, ma anche cultura d’impresa ed una tradizione artigiana di qualità”.
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