Per gli studenti iscritti all’Università la sfida vera è quella di arrivare al secondo anno misurando la solidità del percorso di studi scelto. E non tutti ce la fanno. I dati provengono dalle statistiche dell’Università italiana e documentano che un quarto degli studenti che frequentano il primo anno di università non si presentano all’appuntamento del secondo anno. A Renderlo noto è il portale “Orizzonte Scuola”.
L’Italia è uno dei Paesi che ha la percentuale di laureati più bassa rispetto alla media Europea. E in un paese come l’Italia dove la disoccupazione giovanile è in continuo aumento, trovare un lavoro senza avere una laurea è ancora più difficile.
Molti giovani lasciano il percorso di studi senza arrivare alla conclusione anche se c’è da considerare che molti studenti dopo il primo anno decidono di cambiare percorso di studi o addirittura ateneo e non di abbandonare definitivamente gli studi. Colpa di scelte azzardate o poco meditate, ma i dati che forniscono le università riguardo gli studenti che non arrivano al secondo anno comprendono anche coloro che al secondo anno non si trovano nella stessa Università oltre agli studenti che hanno deciso di abbandonare gli studi. Misurando le performance dei singoli atenei ci si rende conto che il quadro migliore viene offerto da quelli specialistici che, per esempio, offrono soltanto facoltà tecnico-scientifiche. Essendo la scelta dell’iscrizione in questi atenei più motivata e consapevole, gli studenti abbandonano molto meno. Ne è un esempio l’Università Venezia Iuav o il Politecnico di Milano. Tra le Università non statali spiccano nella classifica la Luiss e la Bocconi.
Dal lato opposto della classifica università come quella di Reggio Calabria, La Pathenope di Napoli, l’Università de L’Aquila, di Sassari e Foggia che al secondo anno ritrovano solo il 62% degli studenti andando a confermare i dati che fanno della dispersione scolastica un problema molto più accentuato al meridione. Il problema dell’abbandono diventa strutturale quando i dati sulla dispersione si accompagnano a quelli sull’efficacia dei percorsi formativi: dove l’indicatore è debole si nota un tasso alto di mancate conferme al secondo anno di Università.
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