Con l’approvazione definitiva del ddl Buona Scuola è arrivato il momento tanto atteso: le assunzioni degli insegnanti. Ed è proprio di questi giorni, a poco meno di due mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico, il decreto ministeriale con cui viene indetta la procedura per procedere all’assunzione.
Un decreto, quello in questione, che riguarda il piano straordinario previsto dalla riforma Renzi-Giannini e per il quale in totale si arriverà a 102.734 assunzioni effettuate dallo Stato nella scuola. Ma l’assegnazione della cattedra non verrà fatta ‘in blocco’ per tutti.
In primis, il decreto suddivide il piano in tre fasi: A, B e C. A queste si somma la fase cosiddetta ‘zero’, ovvero quella del turn-over, che ci sarebbe stato al di là della riforma. In ogni caso tutti i docenti interessati (ovvero quelli iscritti alle Graduatorie ad esaurimento, le ‘Gae’, o alle graduatorie del concorso 2012), dal 28 luglio al 14 agosto- spiegano dal Miur- “dovranno iscriversi alla procedura nazionale, tenendo presente che, comunque, chi poi sarà assunto nelle fasi zero e A non parteciperà alle fasi B e C”.
In attesa che il Ministero di viale Trastevere pubblichi le annunciate FAQ proviamo a capire cosa succederà.
Già con il decreto trasmesso con una circolare del 10 luglio sono state avviate le procedure per l’assunzione a tempo indeterminato di 36.627 docenti (21.880 su posti comuni e 14.747 su posti di sostegno). I posti saranno coperti con docenti delle Graduatorie ad esaurimento e delle Graduatorie dei concorsi. Si tratta della cosiddetta fase ‘zero’, seguente la procedura ‘tradizionale’, che prevede le assegnazioni su base provinciale e che dovrà concludersi entro il 14 agosto.
La circolare in questione contiene anche le tabelle di ripartizione del numero massimo di assunzione per provincia e grado di istruzione. In questo caso, sono già partite alcune convocazioni da parte degli Usr del territorio di competenza.
Per quanto riguarda il piano di assunzioni straordinario, la fase A verrà gestita proprio come il turn-over, ovvero dagli uffici scolastici regionali che a livello provinciale provvederanno alle assunzioni nel “limite dei posti rimasti vacanti e disponibili- si legge nel decreto- in organico di diritto”. Quindi saranno attribuiti i 10.849 posti vacanti e disponibili e quelli residui della fase ‘zero’. Ma su questa fase – benchè si tratta della stessa procedura utilizzata da anni – ancora non si conoscono alcuni importanti dettagli.
In particolare, gli uffici scolastici regionali non sono a conoscenza delle ripartizioni dei posti per ciascuna provincia.
Conclusa anche la prima parte prevista dal piano straordinario, partiranno le fasi successive. La fase B riguarderà i posti non ancora assegnati precedentemente, ovvero i posti dell’organico di diritto rimasti ancora vacanti, ma in questo caso la procedura é nazionale e tutto partirà dalla domanda presentata entro il 14 agosto. Già da ora bisognerà indicare tutte le province a livello nazionale in ordine di preferenza e tutte le fasi successive- proposta assunzione, accettazione o rinuncia- saranno gestite online. I docenti che non accetteranno la proposta in una delle tre fasi del piano straordinario verranno cancellati dalle rispettive graduatorie.
La fase C è l’ultima che riguarderà 55.258 posti, il cosiddetto organico potenziato. I Dirigenti scolastici dovrebbero elaborare un piano dell’offerta formativa, triennale, ed ogni scuola per realizzarlo dovrebbe avere una dotazione aggiuntiva di docenti rispetto all’organico di diritto. Ma queste ulteriori assegnazione verranno fatte solo tra coloro che avranno già fatto domanda per la fase B e non sono stati ovviamente assunti precedentemente. Questa ultima fase verrà dunque definita e specificata in seguito ma sono diversi i timori che girano tra i docenti.
Tra questi le differenze tra le fasi di assunzione. Coloro che verranno immessi in ruolo con le fasi Zero, A e B saranno titolari a pieno titolo presso le varie scuole e quindi avranno la loro classe e i loro alunni, quelli della fase C resteranno sempre legati all’ampliamento dell’Offerta formativa e quindi dovranno lavorare su reti di scuole. Ma la paura più grande per tutti è essere “spediti” ad insegnare nel posto più lontano da casa. E’ certo, però, che tutti attendono con ansia la convocazione.
Marta Nicoletti -Dire
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