Enrico Letta non è più un parlamentare della Repubblica Italiana. Con 287 voti favorevoli e 82 contrari la Camera dei Deputati ha accolto la richiesta di dimissioni avanzata dall’ex Presidente del consiglio, esponente del Partito Democratico.
Quello di Letta però non è un saluto definitivo alla politica, che continuerà ad esercitare in altre forme e sedi. “Non mollo la passione per la politica che ho da quando i miei genitori mi portarono a via Fani. Non mollo, rilancio in altri luoghi con altri tempi”, ha detto in Aula lo stesso Letta. Accolto da un applauso al’inizio e alla conclusione del suo intervento, Letta si è rivolto all’Aula, ai deputati “del partito che sono orgoglioso di aver contribuito a fondare”, e a quanti non hanno mai dato la fiducia al proprio esecutivo.
Le dimissioni, ha anche detto, sono un “gesto che chiedo di interpretare come una maturazione”, un rilancio che ha dietro “l’aspirazione a una politica diversa” dove “il noi conti più dell’io”, una politica “pulita e trasparente”, dove chi entra nelle istituzioni lo faccia non pensandole “come strumento per aspirazioni individuali” ma come la “casa di tutti i cittadini” e per questo “ne sia umile servitore”, ha aggiunto.
Enrico Letta, nipote di Gianni, uno dei massimi collaboratori di Silvio Berlusconi, era deputato da quattro legislature consecutive e da poco più di 14 anni.
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