La drammatica emergenza idrica nel vastese di questi giorni, che rischia di danneggiare in maniera gravissima cittadini, industrie, agricoltori, imprese del turismo, è la plastica dimostrazione di quanto andiamo dichiarando da ormai diversi anni. Una questione a cui vanno aggiunte, al netto ovviamente della “presunzione di innocenza” e dell’essere ancora in fase di svolgimento degli iter, le questioni giudiziarie che coinvolgono il presidente della Sasi e altri amministratori ed ex amministratori. E’ sempre più necessaria e vitale una netta svolta nella gestione di un bene comune che è dei cittadini, i cui diritti e necessità devono essere obbligatoriamente i primi tutelati e al centro di ogni azione. Non ci sembra in questi anni sia stato così. La procura di Lanciano sta descrivendo in questi mesi una situazione della depurazione (comunque già conosciuta e denunciata negli anni da associazioni e movimenti ambientalisti) tutt’altro che rosea. Varie sentenze hanno stabilito che non vanno imposti in bolletta i canoni della depurazione lì dove non è funzionante. Sembra un principio lineare e scontato (non vanno pagati costi per servizi che non ci sono), ma spesso non è così in tante parti d’Italia.
Torniamo a ribadire e a chiedere ai sindaci, che degli interessi della cittadinanza e del bene comune devono essere i primi garanti e strenui difensori, quanto già chiesto e documentato nei mesi scorsi. Le vicende giudiziarie, le emergenze idriche sempre più gravi e sempre più frequenti, la chiusura netta e totale alle istanze di cittadini e comitati, il mancato rispetto del referendum del Giugno 2011 che impone la restituzione (e la cessazione di ogni addebito in bolletta successivo) della “remunerazione del capitale investito” (investito dove e quando poi?), i dubbi sulla correttezza dei bilanci degli ultimi anni (sanzionati anche in Tribunale, è notizia di poco più di un mese fa – passata incredibilmente sotto silenzio e senza alcuna reazione istituzionale – la dichiarazione di illegittimità del bilancio 2009), i sempre più inaccettabili ritardi nella fusione con l’ISI, impongono un urgente, deciso, netto, immediato cambio di passo. Abbiamo aspramente criticato la scelta dei sindaci di confermare l’attuale presidente Scutti. Così come nel marzo scorso torniamo a chiedere loro di tornare indietro su quella scelta, rimuovere il primissimo possibile l’attuale dirigenza e realizzare questo necessario cambio di passo, che riporti al centro dell’azione della SASI la tutela dei diritti e degli interessi della cittadinanza, scegliendo nei ruoli dirigenziali della società le migliori professionalità possibili, lontani da interessi particolari e di parte.
Comitato Acqua Bene Comune Lanciano e Vasto
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