Cinque misure di custodia cautelare e 19 indagati complessivi, tra imprenditori ed ex amministratori locali. È questo il bilancio dell’operazione eseguita questa mattina dal nucleo di tutela ambientale dei Carabinieri dell’Aquilanell’ambito dell’inchiesta denominata “Redde Rationem”, che riguarda l’affidamento dei lavori di puntellamento di alcuni palazzi del centro storico dell’Aquila, resi necessari dal devastante sisma del 6 Aprile 2009.
I reati ipotizzati dagli investigatori vanno dall’abuso d’ufficio, al subappalto irregolare, alla dichiarazione fraudolenta, alla truffa e corruzione aggravata e all’estorsione. Ai domiciliari è finito anche Pierluigi Tancredi, ex assessore della Giunta Tempesta e Consigliere di quella Cialente, già coinvolto nell’indagine “Do ut des” di qualche mese fa.
Gli altri arrestati, attualmente ai domiciliari, sono: Maurizio Polesini, Andrea Polesini, Mauro Pellegrini e Giancarlo Di Persio, questi ultimi proprietari dell’impresa Dipe Costruzioni, che ha subito anche un sequestro per 450 mila euro. Ordine di obbligo di dimora per il faccendiere Nicola Santoro. Diciannove, inoltre, gli indagati a piede libero: l’ex cerimoniere del Comune dell’Aquila Daniela Sibilla, l’ex dirigente comunale Mario Di Gregorio, il funzionario Carlo Cafaggi, l’ingegnere Roberto Arduini, e ancora Roberto Scimia, Michele Giuliani, Tommaso Aquilani, Pulcheria Mele, Ciro Scognamiglio, Simonetta D’Amico e Antonio Lupisella.
Proprio da uno sviluppo e da un riesame di “Do ut Des” sono scaturite le ordinanze cautelari di oggi, eseguite con il coinvolgimento di ben 80 carabinieri delle quattro province abruzzesi. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, dal procuratore Fausto Carella e dal sostituto Antonietta Picardi, è stata portata avanti mediante un’azione sinergica estremamente efficace, che ha coinvolto anche il comando provinciale dei Carabinieri dell’Aquila, il Ros e i Vigili del Fuoco, utilizzati per non destare sospetti durante le ispezioni. Il capo operativo delle indagini è stato capitano Ultimo, l’ufficiale dei Carabinieri divenuto celebre per l’arresto di Toto Riina.
A provocare lo sviluppo dell’indagine è stato proprio l’ex assessore Tancredi, intercettato mentre chiedeva ad un imprenditore di essere nuovamente pagato per i lavori ottenuti dallo stesso nel 2010, tramite la sua intercessione, con la minaccia di denunciare la corruzione in caso di mancata soddisfazione della sua richiesta. Questo chiedere conto di quanto già fatto in passato all’imprenditore, ha ispirato il nome dell’inchiesta.
L’inchiesta scoperchia il calderone della corruzione riguardante le operazioni di puntellamento di tre palazzi del centro storico, nei quali sarebbe stato riscontrato, per altro, l’utilizzo di un numero di giunti ben inferiore, rispetto a quelli dichiarati nelle fatture di pagamento. La verifica dei lavori è stata effettuabile soltanto per i palazzi ancora puntellati, ma non si esclude che le stesse mancanze fossero presenti anche in altri edifici già completati. Inoltre, nell’inchiesta altri ex funzionari pubblici sono indagati per abuso d’ufficio nell’affidamento del secondo appalto per la ricostruzione del palazzo della prefettura.
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