La possibilità di vendere farmaci in fascia C con ricetta anche fuori dalla farmacia permetterebbe ai cittadini di risparmiare almeno 600 milioni di euro all’anno. Purtroppo alla vigilia del voto sul Ddl concorrenza nessun cenno alla novità, nonostante il risparmio sulla spesa sia la priorità.
A oggi è liberalizzata solo la vendita dei farmaci senza ricetta; pagare lo stesso farmaco 10.50€ invece di 5.49€, in due farmacie diverse è la realtà, come documentato da Altroconsumo nell’ultima inchiesta.
Sono gli effetti di una liberalizzazione monca, che stimola solo in parte concorrenza e trasparenza, anche se ha permesso di contenere l’aumento dei prezzi – negli otto anni precedenti la liberalizzazione i farmaci SOP e OTC erano aumentati del 35%; otto anni dopo del 12%.
Nell’attesa i cittadini devono giocare il proprio ruolo di stimolo alla la concorrenza, chiedendo il prezzo del farmaco prima di acquistarlo, cambiando punto vendita se il prezzo appare troppo alto. Nei corner degli ipermercati si risparmia mediamente il 14%, ma tra una farmacia e l’altra ci possono essere differenze anche del 50% come dimostra l’inchiesta.
Sui farmaci con ricetta dal 2013 le farmacie possono concedere sconti ed è possibile scegliere il farmaco generico, con un risparmio medio del 30%. Ma il ruolo del singolo non basta senza decisioni strutturali di sistema.
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