La caccia da qualche giorno è tornata nel mirino degli ambientalisti: dopo l’uccisione ‘su commissione’ del leone Cecil da parte di un dentista americano del Minnesota, si è riaccesa in tutto il mondo la polemica su quest’arte antica, un tempo necessaria alla sopravvivenza delle popolazioni, oggi tramutatasi in un hobby per appassionati del grilletto.
Così, dopo che schiere di attivisti hanno assediato la casa e lo studio privato del dentista Walter James Palmer, il web ha scovato altri suoi ‘colleghi’: dall’Idaho salta fuori una fascinosa ragioniera di origine italiane, Sabrina Corgatelli, che sul suo profilo Facebook si mostra in foto accanto ai propri trofei di caccia oppure con le armi in pugno. Giraffe, leoni, coccordilli e persino la testa di un’antilope poggiata sul sedile anteriore dell’auto, e di cui la donna si vanta conquistandosi piogge di insulti da parte di altri utenti.
Ma non è la sola: anche i figli del miliardario Donald Trump sarebbero finiti nell’occhio del ciclone a causa di alcune foto che li ritraggono con un leopardo appena ucciso.
I paesi esotici continuano quindi a restare meta prediletta per gli stranieri amanti della caccia agli animali selvatici, che in questi paesi è erroneamente considerata una pratica molto più semplice, perché più debole il sistema normativo vigente. E’ per questo che l’Enpa propone di mettere fuori legge il turismo venatorio internazionale. “E’ proprio tale convinzione- ha spiegato in una nota Annamaria Proccaci, consigliere nazionale di Enpa- che dà a costoro l’illusione di poter colpire a piacimento, sfogando quegli istinti distruttivi che nei Paesi di origine vengono tenuti a freno non solo da regole e norme avvertite come più stringenti, ma anche dalla riprovazione sociale espressa con forza dall’opinione pubblica”.
Ma gli animali da inseguire non sono solo africani, né i cacciatori solo americani: in Albania ad esempio, le ‘doppiette in trasferta’- soprattutto italiane- hanno danneggiato la fauna selvatica al punto da spingere le autorità locali ad unamoratoria generale della caccia per una durata di due anni. Anche gli animali di piccola taglia della Romaniasono stati bersaglio delle pallottole italiane. “Quello che non possono più fare in Italia, a causa di normative divenute più restrittive anche grazie al lavoro delle associazioni, molti cacciatori nostrani lo fanno altrove- ha aggiunto Procacci- spesso con abbattimenti massicci citati dalle cronache dei giornali, che finiscono così per gettare discredito sull’immagine del nostro Paese. Un massacro, questo, entrato perfino nelle aule parlamentari con una interrogazione presentata dalla senatrice di Sel Loredana De Petris”. Per questo l’Enpa è tornata a chiedere la creazione di un’istituzione ad hoc per giudicare sui crimini internazionali contro gli animali, e ha sollecitato il Governo affinchè vari anche una legge che vieti il turismo venatorio, “che distrugge la biodiversità globale” nonché “l’immagine del nostro Paese”.
Alessandra Fabbretti-Dire
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