Si e’ costituito nella tarda serata di ieri a Teramo, Nicolae Otescu, detto Nico, il romeno di 46 anni, sesto indagato dell’inchiesta “Social dumping” sullo sfruttamento della manodopera nei cantieri della ricostruzione dell’Aquila. L’uomo, latitante nelle ore in cui la Direzione distrettuale antimafia (Dda) dell’Aquila, attraverso i carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo dell’Aquila, ha disposto l’avvio dell’operazione, si e’ costituito accompagnato dal suo avvocato.
Nei giorni scorsi il cittadimo romeno, ha affidato a varie emittenti televisive della Romania la propria “difesa”, sostenendo di avere tutte le certificazioni in regola e di essere sostanzialmente un benefattore, un imprenditore che e’ riuscito a dare lavoro a numerosi suoi connazionali con paghe piu’ che dignitose. Le accuse mosse dalla Dda dell’Aquila, sono di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento degli operai, impiego illecito di questi lavoratori nei cantieri e altri reati quali l’autoriciclaggio. Nei giorni scorsi, per rogatoria, sono stati ascoltati gli altri indagati: si tratta di tre imprenditori edili teramani: Massimo Di Donato, 53 anni, Giancarlo Di Bartolomeo, 49 anni, amministratori della Meg Costruzioni e di Antonio D’Errico, 59 anni, di Tortoreto (Teramo). Con loro figurano anche gli imprenditori di Sulmona (L’Aquila): Francesco Salvatore, di 56 anni di Pettorano Sul Gizio (L’Aquila) e Panfilo De Meo, di 52 anni di Sulmona.
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