I cittadini aquilani continuano a chiedere aiuto, ma le istituzioni sembrano udire sempre meno le richieste di chi dovrebbero tutelare. Ogni giorno sono sempre di più le testimonianze di nostri concittadini che versano in condizioni economiche più che precarie, costretti a ricorrere a escamotage sempre più lontani dal concetto di umana dignità, anche solo per arrivare alla fine della giornata e mettere nello stomaco la quantità minima di cibo necessaria a sopravvivere. Piegati dal terremoto e dalla crisi economica che morde in maniera sempre più feroce, a dispetto dei proclami di ripresa dei politici di turno, sono sempre più numerosi gli aquilani in condizione di indigenza che denunciano l’insensibilità del Comune, che presenta loro i conti per l’affitto e le bollette di Map e Progetti Case.
Conti esosi, parametrati sul solo valore del reddito Isee, che prende in considerazione degli indicatori che molto spesso fanno pensare ad una condizione reddituale ben diversa da quella reale. Molte persone prive di qualunque entrata economica, si ritrovano davanti a delle richieste di pagamento astronomiche, soltanto perché magari risultano proprietari di unità immobiliari, anche crollate nel terremoto, che fanno impennare il valore dell’Isee, senza costituire effettiva ricchezza, ma che per i freddi burocrati comunali sono sufficienti a giustificare le esose richieste per il canone di locazione dei pochi metri nei MAP o nei progetti Case.
Come se non bastasse, gli occupanti delle abitazioni provvisorie, si sono visti recapitare delle richieste economiche per le spese condominiali dei loro moduli abitativi, che tutto sembrano fuorché giustificate. Nelle lettere inviate dal comune infatti si legge che i canoni dovrebbero compensare i costi per le spese di una manutenzione delle zone comuni che di fatto è inesistente, alla luce delle condizioni effettive in cui queste versano, oppure quella degli ascensori, che però in alcuni casi non sono nemmeno presenti.
Con questo tipo di presupposti, i cittadini hanno iniziato a chiedersi se le richieste comunali riguardanti le spese condominiali non siano soltanto un pretesto messo in atto dall’amministrazione per fare cassa, alle spalle dei cittadini. Per questo motivo, la popolazione di Map e progetto case si sta mobilitando per un ricorso al Tar collettivo, contro quello che in molti hanno definito “strozzinaggio” istituzionale.
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