Per il terzo giorno consecutivo la banca centrale cinese ha operato una svalutazione dello Yuan, con un calo di 1,1 punti percentuali nel rapporto con il dollaro rispetto a ieri. Al momento la parità con la valuta americana è fissata a 6,4010. Ciò nonostante, la People’s Bank of China rassicura che lo Yuan non andrà incontro a nuovi forti deprezzamenti, perché i fondamentali dell’economia cinese rimangono solidi.
Ieri, il Renminbi, altro nome della valuta cinese, aveva chiuso a quota 6,3870 contro il biglietto verde, con una risalita nel finale, un segnale, per gli analisti, che la Cina non intende andare incontro a una massiccia svalutazione della propria moneta. Intanto i mercati asiatici, in mattinata, ora locale, hanno ripreso a guadagnare, dopo la ripresa in chiusura di Wall Street di ieri, anche se permane cautela tra gli operatori sulla possibilita’ che lo yuan possa svalutarsi ulteriormente.
In una nota, l’istituto che regola la politica monetaria cinese ha definito “temporanee” le forti fluttuazioni della parita’ della moneta cinese rispetto al dollaro e ha spiegato che il valore fissato giornalmente dalla banca centrale tornera’ a essere ragionevole dopo un breve periodo. Secondo Zhang Xiaohui, economista della banca centrale, il Renminbi “rimarra’ nel lungo termine una moneta forte” e tornera’ ad apprezzarsi in futuro.
Martedi’ scorso, la mossa a sorpresa della banca centrale cinese aveva portato lo yuan a una svalutazione dell’1,86%, e ieri dell’1,6%, portando lo yuan a perdere, in due giorni, il 3,5% del proprio valore sul mercato interno e circa il 4,8% sul mercato offshore, alimentando i timori di un nuovo capitolo nelle guerre valutarie.
La terza svalutazione viene assorbita bene dalle borse europee, dopo i timori di ieri. Londra sale dello 0,4%. Piazza Affari apre in netto rialzo, con l’indice Ftse Mib che cresce dell’1,52% a quota 23.346. Francoforte avanza dell’1,6% e Parigi dell’1,7%.
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