“Ostentazione di potere mafioso” e ancora “Roma non puo’ essere sfregiata da chi la vorrebbe far diventare un set del Padrino”. Le esequie di Vittorio Casamonica, capo del clan di nomadi diventano un caso politico.
Una cerimonia che fa dire a Rosi Bindi “E’ allarmante che il funerale di un esponente del clan Casamonica, coinvolto in numerose inchieste sulla criminalita’ romana e su Mafia Capitale, si sia trasformato in una ostentazione di potere mafioso”. Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, non usa mezzi termini e denuncia che “quanto avvenuto oggi a Roma non e’ francamente accettabile”. “Sara’ necessario accertare – riprende – se tutto questo sia accaduto con o senza le dovute autorizzazioni”. “Preoccupa in ogni caso il clima di consenso che ha accompagnato una simile messa in scena, che dovrebbe fugare ogni dubbio – e’ l’affondo dell’esponente Pd – sull’esistenza della mafia nella Capitale e raddoppiare l’impegno delle istituzioni a contrastarne la forza e la capacita’ di inquinare ampi settori della societa’ e della pubblica amministrazione”.
A farle eco c’e’ il presidente del Pd, Matteo Orfini, che su twitter scrive “Mai piu’. Roma non puo’ essere sfregiata da chi la vorrebbe far diventare un set del Padrino”. Il governatore della regione Lombardia interviene cosi’: “Eh si’, con il Pd al governo Roma e’ proprio Mafia Capitale” e la replica del presidente del Pd non si fa attendere, “La mafia a Roma ha dilagato quando c’era il tuo amico Alemanno e tu governavi. Abbi la decenza di tacere”.
Sel invece annuncia che sulle esequie presentera’ un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, Angelino Alfano e il capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, Walter Verdini, parla di uno “spettacolo volgare”. “Roma – continua – sta combattendo una battaglia importante e difficile contro la criminalita’ e la corruzione e a nessuno puo’ essere consentito neppure di evocare contesti e scenari paramafiosi che colpiscono la citta’ e le stesse istituzioni religiose. Una citta’, ricordiamolo, dove un bene sequestrato ad un boss della criminalita’ divenne, proprio dieci anni fa, Casa del Jazz, con una stele all’ingresso dedicata alle vittime delle mafie, e dove un altro immobile sequestrato alla delinquenza divenne, sempre in quegli anni, sede nazionale di Libera”.
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