Le borse asiatiche scendono a picco per i timori sul rallentamento dell’economia cinese. La Borsa di Shanghai ora perde l’8%, dopo essere scesa del 9% e aver praticamente azzerato i guadagni di inizio anno, trascinando in picchiata tutti i listini asiatici. In Cina il listino e’ precipitato per i mancati interventi di contenimento da parte delle autorita’ di Pechino. La caduta peraltro e’ frenata dal limite di discesa del 10% previsto dalla borsa di Shanghai. Tokyo chiude a -4,61%, Seul a -2,47%, Sydney del 4%, Giakarta del 4,3%, Taiwan del 4,8% ai minimi da tre anni. Il governo di Taiwan non esclude la possibilita’ di creare un fondo per l’acquisto di azioni. Prima della chiusura Hong Kong arretra del 4,95%.
Il crollo dei listini asiatici fa volare l’euro e anche lo yen, cioe’ le monete considerate beni rifugio. La moneta europea passa di mano a 1,1445 dollari, dopo un top da sei mesi e mezzo di 1,1597 dollari. Euro/yen a 138,57 e dollaro/yen ai minini da un mese e mezzo a 120,71. Il dollaro australiano, spesso considerato una sorta di braccio della liquidita’ cinese scende ai minimi da sei anni a 0,7201 sul biglietto verde. Male anche il Rublo, a causa del crollo del petrolio. La moneta russa si attesta a quota 71 sul biglietto verde, non lontano dal minimo dell’anno a 71,85 dollari.
Sull’onda del crollo dei mercati asiatici, anche le borse europee aprono la settimana in picchiata. A Milano l’indice Ftse Mib segna -3,62% a 20958 punti, mentre Francoforte cede il 3% e Parigi va giu’ del 3,5%. Molto male anche il petrolio la paura del rallentamento dell’economia cinese e il crollo delle borse asiatiche, mandano a picco il prezzo del petrolio, che gia’ attraversava una congiuntura ribassista per gli eccessi di forniture sui mercati. In Asia i future su Light crude Wti e quelli sul Brent scendono ai minimi da sei anni e mezzo, rispettivamente a 39 dollari e 44,24 dollari al barile.
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