Vincenzo Nibali si e’ visto espellere dalla Vuelta di Spagna per essersi fatto aiutare dall’ammiraglia nel recuperare il suo gap dal gruppo dopo la caduta, avvenuta a circa 28 chilometri dalla fine della seconda tappa. “Per quello che e’ successo chiedo veramente a tutti scusa, per chiunque sia indignato o vergognato per me – scrive il corridore siciliano sulla sua pagina ‘Facebook’ -. Molti di voi non hanno mai corso in bici, altri sono grandi tifosi, altri pura passione, e altri ancora si sono avvicinati negli ultimi anni!! La bici, il ciclismo e’ passione, amore, giornate lontano dalla famiglia con allenamenti estenuanti, sacrifici troppi che iniziano gia’ all’eta’ di 16 anni circa. Quello che e’ successo alla Vuelta succede in ogni gara, cio’ non deve dimostrare che non e’ sbagliato e devo restare impunito – precisa Nibali -. La giusta punizione da scontare la dettano i giudici”.
Ma il ciclista dell’Astana prova a spiegare il suo stato d’animo. “Un anno andato male per mille motivi, arrivo alla Vuelta con la voglia di riscatto da una stagione infame, mi ritrovo alla prima tappa – scusando l’espressione – con il culo per terra, ti rialzi aiutato da un compagno sperando di non esserti fatto male, ti guardi le ferite lasciate addosso dall’asfalto rovente e cerchi la tua bici che e’ andata distrutta, panico e caos nel gruppo, tardo a partire …tanto… Troppo al punto che quando risalgo sulla mia bici ho un ritardo di 1’20”, mi fiondo all’inseguimento senza paura, senza acqua da solo, piano piano guadagno terreno e trovo i miei compagni che mi aspettano lunga la strada, la testa che pensa che devo andare e devo rimanere davanti in corsa per quelle persone che mi guardano, per quelle che mi amano, per mia moglie, mia figlia e per quelli che si staranno domandando come sto”.
“Vado avanti – scrive Nibali – per far vedere che non mi sono fatto niente, fino a quello sbaglio che mi costa caro, una trainata di 150 metri per cui molti sono pronti a gettare del fango (e’ rientrato perche’ si e’ attaccato): nessuno sottolinea che e’ caduto, e’ stato attaccato, e’ da solo all’inseguimento contro 18 corridori che spingono a tutta davanti. No, signori, nel ciclismo la corsa e’ corsa, nessuno ti aspetta. Nel ciclismo episodi come questi ce ne sono molti, a maggior ragione dopo una caduta. Alla fine tutto avrei pensato, una multa salata da pagare e una penalizzazione come si usa fare per restare fuori classifica. Avrei accettato anche una penalita’ di dieci minuti. Dopo tutto IO non saro’ il primo ne’ l’ultimo di questa vicenda. Mi scuso ancora per avervi rubato del tempo e grazie del sostegno o meno che mi date”.
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