“L’invasione dal mare è nulla rispetto allo stillicidio di migliaia di immigrati clandestini che utilizzano i Tir come porta di ingresso nell’Unione europea”. La denuncia è di Trasportounito che, per voce del suo segretario generale Maurizio Longo, sottolinea come “le politiche di liberalizzazione dell’autotrasporto imposte dall’Unione europea si siano rapidamente trasformate, grazie a connivenze e corresponsabilità, in uno strumento ottimale per favorire il trasferimento diretto dalle aree del Medio Oriente a quelle dell’Europa centrale e settentrionale, così come verso l’Italia”.
“La rotta dei Balcani, ma anche quella che dalla Turchia, attraversando Bulgaria, Romania, Ungheria e Serbia, raggiunge il cuore dell’Europa, sono ormai da anni nella disattenzione e forse nel silenzio interessato di chi su questi fenomeni, a vari livelli (anche istituzionali) lucra, le più battute dell’immigrazione”.
“E’ stata l’Unione europea, con normative inadeguate, a fornire il terreno fertile per un utilizzo criminale dei Tir. Un’equazione quasi perfetta – sottolinea Longo – che è si è realizzata, da un lato, comprimendo il valore del lavoro e ponendo le imprese serie fuori da un mercato che è diventato distorto e parallelo; dall’altro, fornendo a chi era disposto a valicare il confine della legalità un’opportunità unica”. “Da anni – prosegue Longo commentando anche le sottostime dell’agenzia Frontex che “solo in questi giorni sta evidenziando il boom di immigrazione clandestina sulle rotte terrestri dell’est” – gli autotrasportatori denunciano le intrusioni, sui propri mezzi, di clandestini; e ciò accade alle frontiere dell’est ma anche prima dell’attraversamento della Manica”. “Ormai da almeno vent’anni – e tutte le denunce dell’autotrasporto sono state inascoltate – è diventata prassi sui Tir provenienti dall’Est il passaggio delle frontiere con in cabina migranti “mascherati” o da secondo autista o da operaio dell’impresa”. Per non parlare infine di quanto accade nei Tir, trasportati nelle stive delle navi traghetto.
“Un fenomeno, quello dell’immigrazione clandestina “su gomma”, che ha assunto dimensioni impressionanti e che solo una strana disattenzione in Unione europea – conclude il segretario generale di Trasportounito – ha sottostimato e continua a sottovalutare rispetto all’invasione in atto dal mare”.
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