Vi siete mai chiesti qual è l’origine del nostro calendario? Proprio oggi cade l’anniversario dell’entrata in vigore del calendario bizantino, che ha fatto da ponte di collegamento tra quello romano e quello gregoriano, che si è diffuso in tutto il mondo ed è tutt’ora quello ufficiale. Era il 312 d.C. quando l’imperatore romano Costantino I decideva di allineare il conteggio del tempo alla data effettiva della creazione del mondo da parte di Dio, così come indicato nella Bibbia. Tale data, secondo il nostro calendario attuale, corrisponde al 1° settembre del 5509 a.C, quindi se oggi impiegassimo ancora quel sistema, ci troveremmo nell’anno 7524. Il calendario bizantino iniziava dunque il 1° settembre e si concludeva il 31 agosto.
La sua introduzione anticipa l’editto di Milano del 313, con il quale Costantino proclamò il cristianesimo religione ufficiale dell’Impero: il credo religioso era molto sentito a quell’epoca, perciò nacque l’esigenza di trovare una sintesi culturale tra il cristianesimo e le tradizioni più diffuse: quella greco-romana (quindi pagana) e quella ebraica. Per risalire alla data esatta dell’inizio del mondo si usò quindi, oltre ai riferimenti contenuti nella Bibbia, anche il sistema di calcolo ebraico, mentre per la scansione astronomica delle stagioni si ricalcò il calendario impiegato fino a quel momento, ossia quello giuliano, che era entrato in vigore nel 46 a.C. per volere dell’imperatore Giulio Cesare, da cui prende il nome.
Quest’ultimo ne aveva affidato l’elaborazione all’astronomo greco Sosigenedi Alessandria: per l’anno di inizio si assumeva come punto di partenza ilnatale di Roma, mentre per il ciclo delle quattro stagioni ci si basava sul sole (e non sulla luna, come fa il calendario islamico, ad esempio). Sosigene aggiunse poi l’invenzione dell’anno bisestile, ‘stratagemma’ impiegato per compensare il fatto che l’anno solare non è composto da un numero esatto di giorni, il cui scarto deve quindi essere recuperato. La settimana così come la concepiamo fu invece introdotta nel 321, ma era già frutto dell’ingegno delle antiche civiltà orientali (come quella egizia). Costantino stabilì anche di sostituire il sabato con la domenica quale giorno santo dedicato al riposo e alla preghiera, associando la ricorrenza della resurrezione di Cristo alla venerazione del Sole nella tradizione mitraica, e di Giove, padre di tutti gli dèi, in quella greco-romana.
Almeno a Roma però ebbe vita breve: già nel VI secolo veniva rimosso, per tornare al modello giuliano. In Oriente invece sopravvisse anche oltre la caduta dell’impero (1453) e la chiesa ortodossa lo mantiene tutt’ora nella propria liturgia. L’impero russo invece lo abbandonò addirittura nel 1699 per volere dello zar Pietro il Grande, preferendogli quello in uso in Europa. Nel mondo cristiano, però, il computo degli anni riprese dalla nascita di Cristo, e non più dalla fondazione di Roma. Infine, nel 1582 Papa Gregorio XIII inaugurò il calendario gregoriano, più funzionale perché compensava un errore di calcolo dei giorni bisestili. Oltre ad essere quello che noi tutt’ora impieghiamo, rappresenta la sintesi definitiva tra il metodo giuliano e quello bizantino.
Alessandra Fabbretti-Dire
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