La Corte di Giustizia dell’Unione Europea boccia ancora una volta l’Italia e la sua legislazione. In questo caso, oggetto di censura dei giudici del Lussemburgo è stata la legge italiana sull’immigrazione ed in particolare la parte riguardante le modalità e i costi di concessione del permesso di soggiorno ai cittadini stranieri.
La legislazione italiana per il permesso di soggiorno, secondo la Corte, e’contraria alla direttiva europea sullo status dei cittadini di paesi terzi per soggiorni di lungo periodo, perche’ il costo del permesso e’ troppo alto. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di giustizia europea, che “boccia” la richiesta agli extra-comunitari di pagare un contributo variabile tra gli 80 e i 200 Euro per il rilascio o il rinnovo di un permesso di soggiorno, definendola “sproporzionata rispetto alla finalita’ dalla direttiva”: in questo modo, si legge nella sentenza, “puo’ creare un ostacolo all’esercizio dei diritti” riconosciuti a livello comunitario.
Non è un periodo particolarmente fortunato per i rapporti tra il nostro paese e gli organi di giustizia comunitari. Soltanto ieri infatti la Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo aveva condannato l’Italia per la detenzione “illegale” di tre migranti tunisini nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa. Il ricorso si riferiva a fatti avvenuti nel settembre 2011, quando i tre erano stati prima trattenuti nel Centro di prima accoglienza dell’isola e poi caricati su navi-prigione a Palermo, in attesa del rimpatrio. I tre dovranno essere risarciti con 10mila euro a testa.
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