Nei giorni scorsi, Papa Francesco aveva chiesto un’amnistia generale per i condannati, in occasione del Giubileo, assicurando ai detenuti la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria all’interno delle loro celle. Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia”, aveva scritto il Santo Padre. “Destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto”.
Stuzzicato nel corso di un’intervista, il ministro dell’interno Angiolino Alfano, ha detto la sua sulla possibilità di trasportare l’appello del Santo Padre anche a livello terreno, con un’amnistia vera e propria, buona anche per svuotare le carceri italiane, sempre più vicine al collasso, a causa del grande numero dei detenuti e dell’insufficienza ed inadeguatezza delle strutture. “Il Santo Padre fa un lavoro”, ha commentato il ministro. “Io che faccio il ministro dell’Interno non posso che ricordare che dietro ogni condannato in via definitiva ci sono le vittime di quei reati a cui lo Stato deve rispetto”. Secondo Alfano, “dobbiamo fare in modo che le nostre carceri non siano luoghi di detenzione e violenza ma di rieducazione”. Tuttavia, aggiunge il ministro, “dobbiamo far sì che chi è condannato in carcere ci resti fino all’ultimo giorno” e per ovviare al problema del sovraffollamento, la soluzione non è l’amnistia, ma “dobbiamo costruire nuove carceri”.
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