Il 9 settembre le Regioni sono chiamate a valutare la bozza del Decreto attuativo dell’art. 35 dello Sblocca Italia, quello che definisce gli inceneritori “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale” e ne prevede, di fatto, la riclassificazione da impianti di smaltimento a attività di recupero, aprendo così la strada al trasferimento dei rifiuti urbani da una regione all’altra per essere bruciati. In attuazione di quanto sancito dallo Sblocca Italia, il Decreto attuativo, se approvato, stabilirà la realizzazione di 12 nuovi inceneritori di cui uno anche in Abruzzo.
Si tratta di un atto inaccettabile perché:
– si fonda su presupposti scorretti (l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata viene inteso come limite!)
– si fa beffa della pianificazione regionale
– mina il percorso verso pratiche di recupero della materia sempre più virtuose
– ignora il dibattito europeo sull’Economia Circolare
– è a carico delle imprese e delle famiglie attraverso la tassazione delle bollette
– e soprattutto, peggiora la qualità dell’aria e di conseguenza la salute dei cittadini.
Per questo chiediamo alla Regione Abruzzo di non approvare il prossimo 9 settembre lo schema di decreto proposto e, anche in vista dell’aggiornamento del Piano Rifiuti, di intraprendere con convinzione la strada del riciclo e del recupero di materia – promuovendo Centri del Riuso e impianti a freddo (Fabbriche dei Materiali) – piuttosto che dell’incenerimento o della produzione di CSS. Finora il Presidente D’Alfonso non si è espresso, a differenza di molti suoi colleghi, forse perché troppo impegnato a garantire la sopravvivenza della sua Giunta e della sua riottosa maggioranza. Ma le ambiguità, su questo tema come sulla questione delle trivellazioni in Adriatico, non sono più tollerabili!
Quanto al nostro territorio comunale, il dato di raccolta differenziata (appena il 34%) per il 2014, alla luce della svolta inceneritorista da parte del Governo, ci preoccupa ancora di più: cosa aspetta questa Amministrazione a realizzare centri di raccolta? a mettere in funzione l’impianto di Bazzano? a passare finalmente a una tariffazione puntuale? Se il decreto dovesse passare, ad oggi la gran parte dei nostri rifiuti finirebbe per essere incenerita. Altro che Rifiuti Zero, come prometteva il Sindaco nel suo programma di mandato! Tanto ci pensano Renzi e Galletti ad aprire la strada a mega-inceneritori e grandi aziende multiutilities, quando invece la strategia RZ si fonda sulla flessibilità organizzativa e sul potenziamento del capitale umano, in modo da adattare le soluzioni, caso per caso, al territorio e ai cittadini. Dunque, Regione e Comune da che parte stanno?
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