Anche gli scafisti hanno un’anima, o almeno alcuni di essi. “Non avevo i soldi per pagare il viaggio per entrambi. Avevo paura di mandarlo solo e mi sono offerto di condurre il gommone pur di garantire un futuro a mio figlio”. È questa la drammatica confessione di uno dei tre scafisti fermati ieri dalla Polizia di Ragusa, dopo essere stato sorpreso alla guida di uno dei tre gommoni, che trasportavano complessivamente 329 profughi, partiti dalla Libia e sbarcati a Pozzallo, nel ragusano.
L’uomo, un 28enne di nazionalità gambiana, ha affrontato il viaggio insieme al figlio di dieci anni ed ha riferito di essersi messo alla guida del gommone gratuitamente, perché non aveva a disposizione i soldi per pagare il viaggio ad entrambi e non voleva lasciare da solo suo figlio, nel suo viaggio della speranza. L’uomo è un pescatore, esperto dunque nel condurre i natanti. In ragione della presenza del minore e della collaborazione fornita, è stato sistemato insieme al figlio in una struttura che ospita migranti e denunciato in stato di libertà, evitando il carcere. I migranti hanno dichiarato di aver pagato 700 dollari a testa facendo incassare agli organizzatori libici oltre 230.000 dollari. Nel corso dell’anno sono stati 110 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa.
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