La proposta di una conferenza sui profughi da tenere in Francia, l’assicurazione che l’Ue riuscira’ a gestire l’emergenza migranti con Parigi che ne accogliera’ 24.000 nei prossimi due anni, un nuovo impegno militare in Siria che gia’ da domani si tradurra’ in voli di ricognizione sul Paese e potrebbe presto vedere una partecipazione francese ai bombardamenti della coalizione anti-Isis. Sono questi i punti principali annunciati dal presidente, Francois Hollande, in una conferenza stampa all’Eliseo davanti a 300 giornalisti, tenuta dopo la svolta Ue sull’accoglienza ai migranti.
Il titolare dell’Eliseo ha assicurato che Parigi fara’ la sua parte per ‘accoglienza ai profughi: ha riferito che nel 2015 la Francia ha gia’ ricevuto 60.000 richieste di asilo e si e’ detto pronto ad accogliere fino a un migliaio dei migranti arrivati in Germania dall’Ungheria. Per Hollande si tratta di una crisi “drammatica, grave” ma che “puo’ essere gestita e lo sara’”. Preannunciando a giorni un dibattito su questo tema nel Parlamento francese, il titolare dell’Eliseo ha anche chiesto l’allestimento di centri di smistamento nei Paesi di origine e transito per scongiurare “una crisi umanitaria gigantesca” e ha avvertito che, “senza uno sforzo unitario per redistribuire i migranti tra gli Stati membri”, l’Europa “esplodera’” e sara’ “la fine di Schengen e il ritorno alle frontiere nazionali”.
La Francia, da parte sua, proporra’ di ospitare una conferenza internazionale sulla sorte degli sfollati e dei rifugiati nel mondo. Hollande ha poi annunciato un impegno diretto francese nel Paese che piu’ di ogni altro e’ responsabile per questa crisi umanitaria, la Siria. Gia’ da domani l’aviazione di Parigi avviera’ voli di ricognizione sulla Siria “in vista di eventuali raid contro l’Isis”. “In Siria vogliamo sapere cosa si prepara contro di noi e cosa si fa contro la popolazione siriana”, ha spiegato, “sulla base delle informazioni che raccoglieremo potremo condurre dei raid”.
Il presidente francese ha escluso peraltro l’invio di truppe sul terreno (“significherebbe trasformare un’operazione in forza d’occupazione”) e ha ribadito che la soluzione al conflitto siriano deve essere “politica”: “Dobbiamo parlare con tutti i Paesi che possono favorirla”, ha affermato, “in particolare Russia e Iran”. La transizione, pero’, dovra’ prevedere prima o poi che Bashar al-Assad ceda il potere, ha aggiunto.
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