Grazie alla riforma della Buona Scuola di Matteo Renzi e del ministro Giannini, molti insegnati precari, tra mille polemiche, dopo anni di supplenze e occupazioni temporanee stanno ottenendo una stabilizzazione della loro posizione, seppur con il rischio di dover affrontare dei trasferimenti di sede comportanti uno spostamento anche di numerosi chilometri. Ma oggi la riforma di Matteo Renzi e la stabilizzazione dei precari è al centro della cronaca per un altro motivo. Tra i nomi degli insegnati precari, pronti a passare di ruolo, ce n’è uno destinato a fare più rumore degli altri. Parliamo di Giovanni Scattone, uno dei protagonisti di uno degli episodi di cronaca che maggiormente sconvolse il paese nel 1997: l’omicidio della studentessa romana Marta Russo.
Dopo anni di indagini e un processo seguitissimo da tutta l’Italia, Scattone, che nel 1997 era un giovane assistente alla cattedra di filosofia del diritto dell’Università La Sapienza di Roma, fu condannato per l’omicidio della 19enne Marta Russo. Un’accusa che Scattone ha sempre respinto con veemenza, ma della quale nel 2003 fu riconosciuto colpevole e condannato a 5 anni di reclusione per omicidio colposo. La condanna però non fu corredata dai giudici che la emessero, con l’inibizione dall’insegnamento e per questo Scattone, nel 2012, una volta scontata la pena ha potuto partecipare al concorso in cattedra, classificandosi al decimo posto ed ottenendo così il diritto all’assunzione.
Ora, 18 anni dopo la morte di Marta Russo, l’ex assistente riconosciuto colpevole dell’omicidio, come reso noto dal Corriere della Sera, potrà insegnare psicologia all’Istituto professionale Luigi Einaudi di Roma, entrando in contatto diretto con gli studenti in età adolescenziale che lo frequentano. È la seconda volta che la salita in cattedra di Scattone scatena polemiche, visto che nel 2011, lo stesso aveva ottenuto una supplenza al Liceo Cavour, che, (sinistra) ironia della sorte, era anche l’istituto superiore frequentato da Marta Russo. All’epoca Scattone rifiutò l’incarico, ma continuò ad insegnare sporadicamente in altre scuole della capitale. Oggi, con la riforma della buona scuola, arriva la sua stabilizzazione, che fa insorgere gli insegnanti classificati in graduatoria dietro di lui contro la faccia più beffarda della meritocrazia. Ora però, bisognerà vedere come la prenderanno studenti e genitori, che con Scattone ed il suo passato dovranno avere a che fare quotidianamente.
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