«Mentre in altre città come Napoli e Roma si è proceduto al rinnovo dei contratti degli insegnanti precari, a L’Aquila nonostante la disponibilità dei fondi necessari sbandierata dell’amministrazione comunale, i contratti alle quindici insegnanti precarie degli asili nido che hanno superato regolare concorso pubblico non hanno avuto lo stesso trattamento. Il tutto nonostante che a livello nazionale il ministro Marianna Madia abbia sanato alcuni passaggi del Jobs Act rendendo tali norme operative e applicabili da tutti i comuni italiani». È quanto dichiarato dalla Senatrice Enza Blundo, durante la manifestazione di protesta per gli asili nido chiusi che si è svolta nel capoluogo abruzzese.
«Il Comune di L’Aquila non ha fornito tempestive risposte per il rinnovo dei contratti di lavoro delle educatrici e per tale motivo le famiglie con i loro bambini hanno manifestato per cercare di veder riconosciuti i propri diritti» – prosegue la parlamentare – «Molti nuclei familiari sono in particolare difficoltà anche a causa dei gravosi rincari dell’amministrazione sia per il trasporto con gli scuolabus che per le mense nelle scuole dell’obbligo. Tali aggravi, in particolare per le famiglie numerose diventano insostenibili e mettono a serio rischio il diritto dei bambini a non essere discriminati nel frequentare le classi scolastiche. Come insegnante di scuola elementare sono sempre stata dell’opinione di evitare di far portare dalle famiglie cibo ai bambini poiché mangiare insieme ai compagni di scuola alla mensa è un momento estremamente educativo e socializzante che non deve produrre discriminazioni».
«Trovo estremamente vergognoso – conclude Blundo – «non dare soluzioni o peggio, come affermato dal primo cittadino, che chi non ha soldi non mangia. Se il Comune ha bisogno di fare cassa ci sono molti altri modi che non quelli di gravare sempre sulle tasche già impoverite dei cittadini e delle famiglie aquilane, tagliando per esempio gli sprechi presso le aziende municipalizzate e rendendo efficiente la macchina amministrativa».
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