Siamo abituati a immaginare i medici americani come quelli di “Grey’s Anatomy”. Sempre perfetti mentre camminano lungo i corridoi degli ospedali, mai scalfiti dallo stress e dalla fatica e quando ce n’è un piccolo accenno è una conquista più che una condanna dato il modo in cui riescono a farcelo percepire. La realtà però è ben diversa.
La salute dei medici Americani sta diventando una vera e propria preoccupazione è quanto emerge da un’articolo apparso sul “Time” nella rubrica “Life/Support” sullo stress dei medici americani.
I lunghi turni di lavoro, la privazione del sonno e il confronto con una cultura che tende a prosciugarti sono la causa, specialmente nei giovani dottori appena laureati, di grandi disturbi che passano dalla depressione fino ad arrivare addirittura al suicidio.
Il Cappellano e Dott. Bruce Feldstein faceva parte del programma nell’Ospedale di Stanford prima che un infortunio alla schiena lo costrinse a rallentare, e fu così che si rese conto di essere completamente “consumato”. Si rese conto di cos’è la depressione e decise di fare qualcosa per i bisogni spirituali ed emozionali non solo dei pazienti ma anche dei medici stessi.
Feldstein voleva che gli studenti di medicina avessero la possibilità di parlare francamente dei loro incontri in ospedale, promettendo loro riservatezza e privacy omettendo il loro nomi. “Forse c’è qualcosa di veramente brutto da vedere” -diceva Feldstein ai gruppi- “Con chi hai la possibilità di parlarne? Potresti sentirti completamente solo in questo”. Gli esperti sono molto preoccupati che la salute mentale dei dottori sia ad un punto di crisi e le conseguenze della loro infelicità vanno ben oltre le loro vite personali, anche gli errori medici crescono.
La preoccupazione viene constatata dal fatto che 400 dottori, l’equivalente di due o tre classi di laureati in medicina, muoiono per suicidio ogni anno, afferma l’American Foundation for Suicide Prevention. E’ la professione con il più alto numero di suicidi.
“Sono dati da capogiro per me” dice il Dott. Colin West un medico ricercatore esperto nel benessere alla “Mayo Clinic”. “E’ difficile per me immaginare che la gente pensi che i medici siano così mentalmente in difficoltà”.
Come paziente non riesci a immaginare che la metà dei dottori americani siano completamente usurati e consumati dal loro lavoro perchè la cultura della medicina prevede che i medici non possano mostrare alcuna debolezza.
“Arrivi qui immediatamente finita la scuola di medicina, non conosci nessuno, hai un debito di 200.000 dollari e inizi a lavorare 90 ore a settimana.” dice il Dott. Douglas Mata, un ricercatore per la Intern Health Study “Può essere un grande shock”.
Oltre a questo i dottori di oggi hanno molto più materiale da imparare. Molti più moduli da compilare e molti più pazienti da vedere. “Questi ragazzi hanno molto più da imparare di quanto ne avessi io” dice Ralph Greco da Stanford “C’è molta più tecnologia, interventi e test che devono conoscere”.
La realtà del diventare un dottore è cambiata in maniera drammatica. Ai dottori non viene più garantito il lavoro altamente pagato dei loro sogni e la professione non ha più quel rispetto che aveva una volta. Anche la forza lavoro è cambiata. La qualità della vita e l’equilibrio vita-lavoro è diventato importante per i professionisti americani.
“Balance in Life” questo il nome del programma di supporto, ha raggiunto una certa importanza ma si deve combattere per ogni dollaro che gli viene destinato dato che sono in molti a pensare il contrario. “Trovo irritante, anche se non ne sono sorpreso, che ogni volta che parliamo di questo programma dobbiamo dire ‘C’è qualcuno che è morto, è per questo che ne abbiamo bisogno’”.
Il programma “Balance in life” è finalizzato a cercare di rendere il mondo della medicina statunitense più felice e salutare, che è poi quello che i medici stessi chiedono partecipando al gruppo di sostegno. “Sono determinato a fare di questa cosa una regola per il paese” dice Greco “Se ci fosse un’altro suicidio e noi stessimo qui a girarci i pollici sarebbe terribile”.
Chiara Locorotondo
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