Sono passati 14 anni dall’attentato alle Torri Gemelle di New York, un giorno che ha cambiato per sempre la storia americana e non solo.
Oggi nell’anniversario degli attacchi terroristici dell’11 settembre del 2001 contro gli Stati Uniti, l’America si prepara a ricordare la tragedia con celebrazioni e preghiera. “Io, Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, in virtù dell’autorità conferitami dalla Costituzione e dalle leggi degli Stati Uniti, proclamo da venerdì 11 a domenica 13 settembre giornate nazionali di preghiera e commemorazione nazionale”, ha dichiarato il presidente Usa. “Invito gli americani a onorare e ricordare le vittime dell’11 settembre 2001 e i loro cari attraverso la preghiera, la contemplazione, i rintocchi delle campane, le fiaccolate e altri attività di questo genere”. Aggiunge poi Obama, “Quattordici anni fa, la pace si ruppe una bella mattina. Gli eventi dell’11 settembre del 2001 hanno lasciato un segno indelebile nella mente di tutti gli americani, e la nostra nazione è cambiata per sempre. Quasi 3.000 vite preziose sono andate perdute, e i loro cari hanno dovuto affrontare un dolore inimmaginabile”.
In questo giorno così delicato per l’America incombe anche la possibiltà di un attacco hacker contro gli Stati Uniti ad opera del cosiddetto “cybercaliffato”. Twitter è infatti inondato di messaggi contraddistinti dall’hashtag #AmericanUnderHacks, lo riferisce l’organizzazione Site che monitora l’attivita’ sul web delle formazioni terroristiche jihadiste.
Nel testo la direttrice di Site, Rita Katz, scrive che l’ Isis avverte: “Voi controllate i cieli dei nostri Paesi (riferimento ai raid aerei in Siria ed Iraq, ndr) e ora noi siamo nel vostro Paese (e non potete farci nulla)”. Non ci sono possibilità per capire se si tratti solo di una manovra propagandistica o di una minaccia reale ma, se l’attacco si verificherà potrebbe essere in coincidenza dello schianto del primo aereo, il volo American Airlines 11, contro la Torre Nord del World Trade Center alle 8,46 ora locale (le 14,46 in Italia) dell’11 settembre 2001 e significherebbe che l’Isis ha trovato gia’ un rimpiazzo al capo dei suoi hacker-jihadisti Junaid Hussain (nome di battaglia Abu Hussain al-Britani), ucciso da un drone britannico il 18 agosto scorso in Siria
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