Crescono senza sosta le sofferenze nelle banche: negli ultimi 12 mesi, da luglio 2014 a luglio 2015, sono cresciute del 18% arrivando a superare i 197 miliardi di euro, in aumento di oltre 30 miliardi. La fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente agli istituti di credito e’ quella delle imprese (141 miliardi), le “rate non pagate” dalle famiglie valgono piu’ di 35 miliardi, mentre quelle delle imprese familiari oltre 15 miliardi. Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito del Centro studi di Unimpresa.
Superano il tetto dei 4 miliardi, poi, le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. Complessivamente le sofferenze adesso corrispondono al 14% dei prestiti bancari, in aumento rispetto al 12% di un anno fa. Alla fine del 2010 le sofferenze ammontavano a 77,8 miliardi: in quattro anni e mezzo, quindi, sono piu’ che raddoppiate.
Nell’ultimo anno le banche hanno tagliato i finanziamenti a imprese e famiglie per complessivi 10 miliardi (-0,6%), ma i prestiti di medio periodo per le aziende sono andati in controtendenza e sono saliti di quasi 13 miliardi (+12%) cosi’ come e’ cresciuto il credito al consumo, aumentato di quasi 12 miliardi (+20,%).
Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 169,1 miliardi di luglio 2014 ai 197,1 miliardi di luglio 2015 (+16,58%) in aumento di 28,1 miliardi. Nel dettaglio, la quota di sofferenze che fa capo alle imprese e’ salita da 119,4 miliardi a 140,9 (+17,99%) in aumento di 21,4 miliardi.
La fetta relativa alle famiglie e’ cresciuta da 32,8 miliardi a 35,9 miliardi (+9,40%) in salita di 3,1 miliardi. Per le imprese familiari c’e’ stato un aumento di 1,6 miliardi da 14,2 miliardi a 15,9 miliardi (+11,43%). Le “altre” sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 2,4 a 4,2 miliardi (+75,31%) con 1,8 miliardi miliardi in piu’.
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