Un’importanza eccessiva al prezzo a scapito del valore del cibo che toglie “l’anima” al Made in Italy. Il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, dal palco dell’assemblea nazionale della Coldiretti che si sta tenendo a Expo Milano 2015 ha puntato il dito contro una tendenza che priva di umanita’ una filiera che ne e’ invece intrisa: “l’elemento portante – ha detto – e’ il valore del cibo. Negli ultimi 50 anni il nostro Paese ha pensato piu’ al prezzo che al valore del cibo. Dietro qualsiasi prodotto c’e’ qualcuno che lavora, la fragilita’ e la forza dell’agricoltura. Non si possono trattare i prodotti agricoli – ha aggiunto – come prodotti industriali. Se non si capisce questo continueremo a parlare di Made in Italy ma senza anima”.
La sfida, allora, secondo Petrini, e’ quella di puntare al “giusto prezzo: un cibo – ha spiegato – se e’ troppo caro genera sofferenza. Il prezzo non deve essere ne’ troppo basso, ne’ troppo alto, deve essere giusto e sono due le logiche perche’ si realizzi: la prima e’ la responsabilita’ e l’etica dei consumatori, la seconda riguarda le politica che deve essere un fine, un orizzonte, mentre l’economia appartiene al mondo dei mezzi. Oggi succede il contrario. Noi – ha concluso Petrini – non abbiamo bisogno di libero mercato, ma di un mercato libero da oligopoli e speculazioni finanziarie”.
In apertura del suo discorso, Petrini si era rivolto direttamente agli agricoltori presenti sottolineandone l’importanza della presenza: “oggi – ha detto – Expo si rallegra. Questo luogo diventa piu’ ricco grazie a voi. La vostra presenza e’ il lievito per le idee e per le buone pratiche per la politica alimentare”.
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